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Sabato, 27 Aprile 2024
Il caso della struttura di via Graziella / Sbarre / Via Graziella

Centro sociale Sbarre, chiusura disposta dalla dirigente: "Non ne sapevamo nulla"

Dopo le piste ciclabili, si registra un nuovo cortocircuito tra politica e burocrazia per la vicenda della struttura di via Graziella

Dopo le piste ciclabili, al Comune di Reggio Calabria la storia si ripete. Stamattina nella commissione V politiche sociali sono stati invitati i rappresentanti del centro sociale di via Graziella, intenzionati a chiedere un urgente intervento per poter riprendere le attività ricreative per gli anziani interrotte dopo la chiusura della sede interessata da lavori di ristrutturazione.

Una delegazione di volontari che animano il centro (e ne sono essi stessi utenti) ha partecipato alla commissione presieduta da Giovanni Latella e audito l'assessora alle politiche sociali Lucia Nucera. Entrambi hanno risposto di aver appreso la vicenda dai media. La notifica di sgombero, hanno sostenuto, è stata un'iniziativa amministrativa della quale nessun esponente della giunta né il sindaco erano totalmente all'oscuro. Parole simili le avevamo ascoltate a proposito del caso piste ciclabili, e ancora una volta dal Comune si registra un cortocircuito tra politica e burocrazia. Citando una celebre influencer caduta in disgrazia, potremmo definirlo errore di comunicazione. Fatto sta che Latella ha stigmatizzato l'atto della dirigente Iolanda Mauro, che oggi non era presente ma sarà convocata domani per "chiedere spiegazioni del nostro mancato coinvolgimento da parte dell'ufficio e il motivo per cui non hanno sentito il bisogno di un confronto con la politica". 

La parte politica non è stata coinvolta nell'iniziativa della dirigente Mauro

Lo ha confermato l'assessora Nucera, che ha però precisato l'appartenenza della struttura (ex circoscrizione di Sbarra) al settore anagrafe. Per questo la dirigente non era tenuta in questo caso a informare la responsabile delle politiche sociali. Nucera ha poi tenuto a chiarire la propria situazione nel rapporto con gli utenti del centro sociale: "Sono stata infangata da dichiarazioni rese sulla stampa, nelle quali si diceva che non rispetto gli impegni e che ho preso in giro la gente dando appuntamenti e non presentandomi. E' falso, perché io ho subito contattato la referente del centro, Annamaria Tripodi, ma non ho mai inteso incontrare nessuno o permettere di entrare dentro un immobile chiuso per inagibilità. Mai lo avrei fatto ben sapendo che la struttura è chiusa perché necessita di risanamento e non può essere consentito l'accesso". 

Ricostruendo la storia della chiusura - avvenuta senza preavviso ormai circa un mese fa - l'assessora ha fatto sapere di aver poi avuto insieme al vicesindaco un colloquio con alcune rappresentanti del centro, per trovare una soluzione alternativa per restituire agli anziani di Sbarre il loro punto di aggregazione. Ci sarebbero già alcune idee al vaglio ma, ha obiettato Melina Cortese, non convincono la comunità di anziani perché difficili da raggiungere e poco idonee a un agevole svolgimento routinario delle attività.

"Non abbiamo mai chiesto nulla - è stato lo sfogo amaro della signora - e non è giusto essere trattati così. La dirigente è venuta a dirci dei lavori con toni che ci hanno offesi, chiedendo perché eravamo lì e chiamandoci abusivi. Noi usufruiamo del salone della circoscrizione da anni regolarmente autorizzati - ha aggiunto - abbiamo subìto anche furti di quello che compriamo per il centro, ci hanno rubato il caffé e i panettoni di Natale". 

Il consigliere Mario Cardia, che in queste settimane si è fatto parte attiva chiedendo anche l'odierna audizione dei rappresentanti del centro, è intervenuto sollecitando una decisione rapida, anche di tampone durante lo svolgimento dei lavori pubblici nella struttura: "E' un caso che colpisce il terzo settore - ha detto Cardia - strategico per la nostra città e che merita di essere difeso da tutti noi senza divisioni politiche. E' già trascorso molto tempo da quando gli anziani sono stati privati del loro centro di riferimento e vi chiedo che risolvere la situazione il prima possibile". Il consigliere ha proposto di valutare se si possa frequentare la struttura almeno del pomeriggio, fuori dall'orario del cantiere, che comunque riguarda solo la parte esterna dell'edificio.

Ma, secondo quanto affermato da Latella, questa non sarebbe una strada praticabile ed è più probabile che gli anziani siano ospitati temporaneamente in uno dei plessi individuati dall'amministrazione, sui quali sono già stati avviati accertamenti (si tratterebbe di immobili con regime diverso, tra proprietà del comune e beni confiscati). Uno è ubicato in via Pio XI, "troppo lontana per noi - ha ribattuto Melina Cortese - vi ricordo che siamo tutti anziani e non abbiamo mezzi per spostarci a grande distanza". Inoltre la signora ha espresso dubbi su un vero e proprio trasloco, tanto più che Latella si è detto certo che i lavori non si protrarranno oltre due mesi, al massimo conclusi per la fine di maggio. "Abbiamo tante cose nostre all'interno, anche voluminose - ha spiegato Cortese - ad esempio un frigorifero. Vale la pena spostarle se davvero si potrà tornare a breve nel centro?"

Le reazioni in commissione: "Fatto grave, dovete prendere provvedimenti"

Dei lavori di risanamento della struttura di via Graziella (opere, durata) in realtà nessuno pareva avere informazioni certe. Angela Marcianò ha chiesto lumi sul tipo di intervento: "Tutto è avvenuto con urgenza, dunque la dirigente avrà disposto la chiusura seguendo indicazioni del settore lavori pubblici. Che tipo di sopralluogo è stato effettuato e da chi?" Una ristrutturazione disposta con tempistica di urgenza ma che di fatto non è ancora iniziata: a distanza di settimane, sul posto non si sono ancora visti operai.

Sull'ammissione di ignoranza sull'operato degli uffici, in commissione le reazioni dei consiglieri sono state di sconcerto. I consiglieri Cuzzocrea e Ripepi ritengono grave il comportamento della dirigente che non ha condiviso l'atto con la parte politica e hanno invitato a prendere provvedimenti pesanti in merito. "Siete diventati un caso scientifico - ha ironizzato Ripepi - di mancato coordinamento tra politica e burocrazia. Ma se davvero la dirigente ha agito da sola senza avvisarmi, ora possiamo sapere su questo cosa volete fare?"

Anche Armando Neri ha ricordato il paradossale capitolo delle piste ciclabili, dichiarando: "E' impensabile che parte politica non sappia ciò che fa quella amministrativa ma soprattutto che si debba intervenire dopo, quando il danno è fatto. Bisognava prevedere in anticipo un intervento per tutelare gli anziani e solo dopo chiudere la struttura, ma questo deve diventare un metodo di lavoro altrimenti ci ritroveremo sempre a questo punto". Neri ha rimarcato che "ora questa deve essere una prioprità assoluta per l'amministrazione, la terza età non puo essere dimenticata soprattutto in un contesto come quello di Reggio; nella nostrà città le attività per le fasce sensibili dovrebbero essere moltiplicate e invece si sopprimono mortificando realtà socialmente importanti e da incentivare"

Latella rassicura su una rapida soluzione, domani audizione della dirigente

Il presidente Latella ha ricordato che per la ristrutturazione dell'immobile di via Graziella è stato stanziato un corposo finanziamento che non si può pensare di perdere. "Il Comune e il sindaco - ha sottolineato - sono molto attenti alle esigenze della comunità degli anziani, e l'amministrazione intende provvedere anche a questa situazione. Nessuno verrà cacciato, si farà tutto il possibile per risolvere tutto e su questo non dovete avere dubbi né ascoltare chi ve li fa venire". Per sapere quando e dove potranno ripartire le attività del centro sociale le risposte arriveranno domani dalla dirigente Iolanda Mauro nella nuova commissione appositamente convocata. Vedremo se, come già accaduto per la querelle tecnico-politica delle ciclovie, assisteremo a un rimpallo di responsabilità. Ma agli anziani di Sbarre le beghe non interessano e vogliono solo riavere la loro sede di incontro ed eventi ricreativi, di cui, soprattuto in quel contesto periferico, sentono la mancanza ogni giorno.

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