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Un viaggio sulla scopa della Befana, alla scoperta delle leggende calabresi

Le storie più significative, basate sulla tradizione popolare della regione, che si riferiscono alla celebrazione del 6 gennaio

L'Epifania è la tradizionale ricorrenza cristiana con cui si conclude il periodo delle festività natalizie. Una giornata, quella del 6 gennaio, profondamente legata alla figura della Befana, la vecchia signora "con le scarpe tutte rotte" che porta dolci e regali ai bambini buoni, mentre riserva la cenere e il carbone a chi non si comporta bene.

Tante sono le leggende in riferimento all'origine di questo personaggio popolare. Tra le più diffuse, indubbiamente, c'è quella che collega l'anziana donna ai Re Magi che donarono oro, incenso e mirra alla Sacra Famiglia dopo la nascità di Gesù Bambino. 

Si narra, infatti, che quando i Re Magi erano in cammino per portare i doni a Betlemme, non riuscendo a trovare la strada, chiesero informazioni ad una vecchietta. Gli stessi le proposero di unirsi a loro per andare a trovare il nascituro, ma l'anziana - nonostante le inistenze - rifiutò. Subito dopo, però, la donna si pentì e decise di preparare un cesto con i dolci per andare alla ricerca dei tre uomini. Non trovandoli, decise di bussare alla porta di ogni casa per donare qualcosa ai bambini, nella speranza che qualcuno di loro fosse Gesù.

Leggende e magia in Calabria

Le tradizioni calabresi nel giorno dell'Epifania sono da ritrovare nei riferimenti culturali del territorio. Nello specifico, lo scrittore Domenico Caruso, in "Storia e Folklore Calabrese", racconta: "Nella sera dell'Epifania, gruppi di fanciulli andavano di casa in casa intonando dei canti allo scopo di ricevere regalini e dolciumi, proprio come accade oggi per la festa di Halloween. - Prosegue - Questi canti venivano chiamati "Befanate" e sono conosciuti anche come "Strine" o "Canti della Strenna".

Secondo la tradizione contadina presente in alcune zone della regione - invece - il 6 gennaio gli animali acquisiscono la parola per - poi - discutere tra loro del trattamento subito dai padroni. Meglio non ascoltarli, poiché - secondo la leggenda - qualora dovesse accadere, disavventure potrebbero abbattersi sul padrone e sulla sua famiglia. Per evitare problemi, durante la vigilia, è opportuno riservare loro parole gentili e tanto cibo. 

Durante la stessa notte, sempre in riferimento alle credenze popolari, le fontane dei paesi versano olio e nei fiumi scorre vino, ma nessuno è in grado di accorgersene ammenoché non sia stato del tutto puro e sincero. 

L'Epifania, tra l'altro, è legata anche all'annuncio di fidanzamenti e più in generale ad un momento magico in cui tutti i sogni possono avverarsi. Le ragazze - così - la notte della vigilia, prima di addormentarsi, recitavano una canzoncina augurale: se nel sogno appariva una chiesa in festa o un giardino fiorito, significava che sarebbe stato per loro un anno fortunato con la promessa del grande amore.

In molte case, infine, la sera dell'Epifania si usava preparare una cena di tredici portate, così come nella vigilia di Natale, al termine della quale la tavola doveva rimanere assolutamente imbandita, con pane, acqua e vino. Questo perché si credeva che le anime del Purgatorio tornassero indietro per visitare i parenti e approfittare dei banchetti.

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