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Domenica, 28 Aprile 2024
Piccoli centri e rigenerazione / San Giorgio Morgeto

"Cittu Cittu", la sfida del festival dal basso dove l'Aspromonte fa rumore

Il progetto di turismo sostenibile dell'associazione Terra dei Morgeti, che ripropone la manifestazione totalmente autofinanziata grazie al sostegno di sponsor locali

Un po' di rumore è riuscito a farlo "Cittu Cittu", festival nato lo scorso anno a San Giorgio Morgeto che adesso torna per una seconda edizione pienamente estiva, perché si svolgerà il 7 e 8 luglio, riproponendo l'obiettivo della promozione del territorio e l'attrazione di un turismo sostenibile e rispettoso della natura.

A idearlo è stata l'associazione culturale Terra dei Morgeti, autofinanziandosi con il solo sostegno di una rete di sponsor locali, cittadini e persino di emigranti. Sono loro, dal chitarrista canadese Jason Raso, al musicista aostano Marco Giovinazzo, presidente dell'associazione Tamtando e che in famiglia ha i nonni originari di San Giorgio, a fare ora da testimonial alla raccolta fondi avviata su Change per contribuire alla realizzazione del festival. Che non ha budget stellari anche se gli ospiti saranno, tra gli altri, artisti come Sandro Joyeux, il duo jazz Ingrid Naglieri e Giovanni De Sossi e lo scrittore Gioacchino Criaco.

Il turismo sostenibile incontra la solidarietà scegliendo il tema dell'immigrazione

Nessuno lo fa per soldi, questo si era capito già l'anno scorso, quando la manifestazione ha portato nuovi visitatori nel borgo medievale ai piedi dell'Aspromonte, offrendo cultura, musica, gastronomia tipica e accoglienza, tema portante dell'evento. Quest'anno invece il filo conduttore sarà l'immigrazione, e Cittu Cittu si aprirà con un momento di preghiera interreligioso organizzato insieme a don Pino De Masi, parroco di Polistena e referente territoriale di Libera. "Vogliamo parlare di inclusione - spiega Simone Surace, presidente di Terra dei Morgeti - e creare momenti di incontro tra culture diverse, in linea con la finalità stessa del festival. I nostri borghi sono sempre più vuoti e spopolati, intere generazioni hanno abbandonato le loro case e le loro radici, in cerca di un futuro migliore. In questo periodo storico crediamo che l’ospitalità e l’amicizia tra i popoli siano le vere priorità assieme alla salvaguardia della natura e la difesa dei diritti universali dell’Uomo".

All’interno della rassegna ci sarà uno spazio dedicato al fenomeno delle migrazioni con le testimonianze degli ospiti stranieri e delle associazioni solidali che operano in questo settore di volontariato. Cittu Cittu è un'altra delle belle energie virtuose che stanno germogliando nei piccoli centri della provincia reggina, dove i residenti non partono e hanno deciso di difendere la loro terra da un abbandono che oggi non è più destino ineluttabile. "Il festival - continua Surace - ci dà un'occasione per prenderci cura del nostro territorio, non solo San Giorgio ma l'intero comprensorio aspromontano, con tutto il suo carico di storia e di cultura della sua gente. Ci proponiamo di aumentare l’afflusso turistico e quindi il ripopolamento nei paesi ma attraverso un nuovo modo di viaggiare, lento e esperienziale". 

Un festival dal basso, dove gli sponsor sono aziende che hanno deciso di investire nel territorio

Il turismo non è un modello standard, ogni luogo accoglie il suo e le forzature alla lunga si sfaldano. I borghi non vogliono essere cancellati ma sono fragili anche ad altri tipi di violenze e sopraffazioni, non meno pericolose della scomparsa. "Il turismo dell'Aspromonte - dice Simone Surace - è lento, consapevole, anche solidale con altri popoli e culture. E' un nuovo modo di intraprendere il viaggio, noi promuoviamo un'esperienza unica e indimenticabile, a stretto contatto con la natura, attraverso percorsi escursionistici, passeggiate nei centri storici, visite ai numerosi artigiani e artisti e anche letture di brani di letterari che raccontano il territorio". Molti di loro stanno concretamente supportando il festival e così realizzano quella che è una mutua collaborazione perché la pubblicità permette di conoscere attività ed esercizi commerciali che hanno scelto di investire sul territorio, l'agroalimentare, le materie prime della natura, la ristorazione. Proprio con questa filosofia il festival prevede una riffa che metterà in palio il soggiorno presso un agriturismo della zona.

Una delle magliette del festival

Una scommessa orgogliosamente dal basso, endogena ma aperta al mondo. Per dimostrare che fare cultura è possibile anche fuori dai contesti urbani e con pochi mezzi. Il presidente dell'associazione promotrice aggiunge: "Unire sotto lo stesso progetto musica e altri appuntamenti che spaziano dall’arte alla letteratura, dal cinema al teatro, in un territorio, il nostro, dove gli eventi culturali sono davvero pochi anzi il nulla rappresenta oggi una sfida. Siamo alla seconda edizione, la prima ci ha fatto conoscere nuovi amici e artisti ma soprattutto abbiamo fatto conoscere il nostro piccolo paese". 

La strategia vincente è la rete, e infatti nel festival sono coinvolte altre realtà di attivismo e volontariato, come ResQ (People Saving People) con l’equipaggio di terra della Calabria e Meditereanean Hope con il progetto dell'ostello sociale Dambe So a Gioia Tauro. Il programma ufficiale di Cittu Cittu sarà definito nei prossimi giorni e le spese ner la realizzazione degli eventi non sono poche per un gruppo che non ha contributi pubblici, dal cachet degli artisti alle spese di comunicazione, la Siae, gli allestimenti e gli impianti musicali. La nuova campagna di crowdfunding potrà essere d'aiuto e dal lato istituzionale sono stati chiesti patrocini agli enti territoriali e l'associazione ha partecipato al bando eventi della Città metropolitana che si è concluso da pochi giorni. "Cittu Cittu l’Aspromonte fa rumore" si candida a crescere ed essere riconosciuto tra i principali festival di partecipazione e aggregazione esistenti in Italia, ma c'è il solito ostacolo con cui deve fare i conti chiunque voglia far scoprire luoghi e paesaggi lontani dal centro. Proprio il fatto, cioè, di non essere centro. "Avevamo pensato a navette per consentire a chi vive nei paesi della zona di arrivare qui nei giorni del festival - conclude Surace - ma ci dispiace dover notare quanto è sempre difficile far comprendere alle istituzioni questo progetto, il suo significato e le potenzialità rispetto al territorio". 

Il primo modo per spiegarlo è partecipare all'evento, animando di umanità i vicoli di San Giorgio Morgeto, dove l'atmosfera sarà di festa e armonia, sullo sfondo della montagna aspromontana, più che mai grande madre ancestrale di tutti i popoli che nei due giorni del festival approderanno qui. 

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