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Sabato, 27 Aprile 2024
Cronaca

Coronavirus, la didattica a distanza funziona nel Reggino: tutti i numeri della scuola virtuale

Dall'analisi sul territorio Mattia, Piscitelli e Carbone spiegano che si sta riuscendo a garantire l’indispensabile diritto alla salute con quello altrettanto necessario dell’istruzione"

La didattica a distanza funziona nel Reggino. A dimostrare come il sistema scolastico metropolitano stia reggendo l’urto del blocco delle attività in aula imposto dal Covid, arriva il monitoraggio effettuato dall’Ufficio Scolastico Regionale e dalla sua articolazione provinciale, su proposta dell’Ufficio del garante
metropolitano per l’infanzia e l’adolescenza.

Infatti, dall’analisi compiuta dall’Ambito territoriale USR, relativamente agli istituti comprensivi, a partecipare alla didattica a distanza è il 70% degli alunni, l’81% aveva già svolto analoghe attività, il 15% del 30% non partecipante è escluso perché sprovvisto dei dispositivi necessari, il 50% degli alunni disabili non vi prende parte. Invece, per quanto riguarda le scuole superiori, a partecipare è il 90% degli alunni, l’85% aveva già svolto attività del genere, il 10% del 10% non partecipante è fuori perché privo degli strumenti tecnologici utili, il 7% degli alunni disabili non è presente.

"C’è stato -commentano il dirigente dell’Ambito territoriale USR Maurizio Piscitelli, il professore Giovanni Carbone e il garante Emanuele Mattia - un grande sforzo di dirigenti, docenti, alunni e famiglie nel portare avanti virtualmente le attività classiche, nonostante la repentina interruzione e le conseguenti difficoltà nell’organizzare una risposta efficace, attivandosi prontamente sin dai primi giorni dell’emergenza.

Nel territorio metropolitano, come altrove, attraverso vere e proprie classi virtuali sostenute da strumenti tecnologici e da un forte impegno e da una grande sinergia fra tutti i soggetti coinvolti, si sta riuscendo a garantire l’indispensabile diritto alla salute con quello altrettanto necessario dell’istruzione, soprattutto nei confronti di coloro che sono a
maggior rischio di svantaggio didattico ed educativo.

Anche se limitate porzioni di studenti non vi partecipano, la condizione di invisibilità è stata evitata. Su quest’ultimo aspetto, cercheremo di ridurre questa fetta di popolazione scolastica, lavorando insieme ad istituti e famiglie".

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