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Domenica, 28 Aprile 2024
La mobilitazione

I pendolari dello Stretto chiedono tariffe agevolate, con gli oneri di servizio pubblico si può

Il comitato in audizione al Comune, dove c'è il supporto per far ripartire l'iter parlamentare del disegno di legge che permetterebbe di ridurre i costi di traghettamento

Sollecitare l'iter parlamentare del disegno di legge 2418/2016 presentato, tra gli altri, dal senatore Antonio Caridi, dove si chiedono oneri di servizio pubblico obbligatori a beneficio dei residenti nelle due aree metropolitane dello Stretto di Messina, che contribuirebbero a ridurre i costi dell'attraversamento marittimo. E' questo il principale input che oggi il Comitato dei pendolari dello Stretto ha posto all'attenzione degli amministratori reggini nel corso di un incontro, dopo quelli già avuti con le autorità portuali delle due sponde e alcuni vettori privati del trasporto via mare. 

"Si tratta di oneri - spiega Bruno Votano, presidente del comitato - posti a carico di un gestore pubblico o privato di un servizio di pubblica utilità per garantire uno standard minimo predefinito di qualità e per i quali non sia possibile l'equilibrio economico. Grazie a questa misura - continua - potremmo ridurre drasticamente i costi molto alti sostenuti dai pendolari dello Stretto. E' assurdo che un residente a Reggio paghi la stessa cifra di uno di Como".

Esborsi che chi si sposta tra Sicilia e Calabria per lavoro conosce bene, e durante l'audizione del comitato in Comune hanno condiviso la stessa esperienza anche i consiglieri Angela Marcianò, pendolare tra Reggio e Messina, e Giuseppe Cuzzocrea, che si è fatto portavoce dei disagi di un gruppo di lavoratori messinesi della Hitachi. 

Costi e disagi quotidiani nella vita dei pendolari, un'utenza di 12000 persone

Tante le istanze della categoria, per rispondere alle quali nel 2022 è stato costituito il comitato con sede a Reggio che conta oggi 130 membri delle due città dello Stretto, in rappresentanza di circa 12000 pendolari che attraversano il mare da due a cinque volte a settimana. "È innegabile poi - dice Votano - che quella dell'attraversamento dello stretto è una mancata opportunità per tutti i residenti delle due città metropolitane, i quali visti i prezzi e gli orari (una nave ogni 40 minuti nel giorno ed una ogni 80 dopo le 20.40 con un costo di 39.10), non hanno modo di progettare nessun tipo di prospettiva lavorativa e personale dell' altra sponda. Da qui la grande opportunità per entrambe le comunità dello stretto di conurbarsi, con immediato beneficio ad entrambe le economie, attraverso un nuovo modo di attraversare lo Stretto che in virtù di agevolazioni tariffarie vedrebbe inevitabilmente una domanda più alta e quindi un aumento dei livelli di servizio". Secondo fonti Adsp sono 7 milioni e mezzo le persone che usano ogni anno il trasporto marittimo sullo Stretto.

Il servizio offerto dalle navi ha criticità note, per automobilisti e pedoni, che il comitato ha illustrato sulla base dei dati raccolti. L'auto ovviamente è più comoda ma a causa del costo elevato (39,10 euro il costo di Caronte&Giuristi a maggio 2023), la sceglie soltanto il 20% dei pendolari, mentre il 50% traghetta a piedi ma approda in zone periferiche ed è costretto a camminare per circa un chilometro e mezzo fino al centro anche in contesti climatici sfavorevoli. In termini di costi, in alcuni casi il prezzo dell'attaversamento pesa per oltre il 25% sullo stipendio di un pendolare che viaggia su auto.

L'alternativa aliscafi si scontra contro lo scoglio degli orari: corse diurne ogni 80 minuti e nessun servizio serale, a fronte dei 40 minuti di C&T, che viaggia anche la sera. Ma il rischio di restare a terra è sistematico soprattutto per i pendolari che traghettano con il mezzo. 

Da parte dell'amministrazione reggina c'è stato pieno supporto al comitato, e in particolare i consiglieri Milia (che offre supporto legale gratuito al gruppo di pendolari) e Malara chiederanno un tavolo interistituzionale aperto con le authority portuali e le due amministrazioni comunali di Reggio e Messina, mentre il vicesindaco Carmelo Versace si è impegnato per lo sblocco del ddl 2418/2016, che attende l'approvazione in Senato e interessare della questioni i parlamentari reggini dell'attuale legislatura.

Un altro intervento che il comitato ha segnalato al Comune riguarda l'interlocuzione con Meridiano Lines nella tratta Reggio-Tremestieri, per ripristinare il servizio di imbarco per i pendolari in auto, soppresso da qualche anno.

Cosa prevede per il trasporto marittimo agevolato il disegno di legge 2418/2026 fermo al Senato

Il progetto di legge, che dispone norme per il trasporto marittimo agevolato e la continuità territoriale dell’area dello Stretto di Messina, parte dalla premessa della mancanza di agevolazioni per i residenti a Reggio e Messina nelle tariffe di attraversamento marittimo. I costi per chi è costretto a spostarsi quotidianamente, oltre a pesare fortemente sul bilancio personale e familiare, determinano - si legge nel testo - "una situazione che aggrava la marginalità economica e sociale di un sistema territoriale delicato e strategico come quello dell’area dello Stretto di Messina, in assenza di politiche di supporto". 

Gli oneri di servizio, si spiega nel ddl, rappresentano un finanziamento statale attribuito a un servizio pubblico come "compensazione del disavanzo economico che l’impresa sostiene al fine di assicurare il servizio". Questo consente una riduzione del carico sull'utenza: un esempio citato dal comitato pendolari dello Stretto è quello che in Sardegna è applicato per la tratta La Maddalena-Palau, dove i residenti pagano 4,6 euro in auto e 2,4 euro a piedi. "Questa tratta - spiega Votano - ha caratteristiche simili allo Stretto, e nonostante il minor traffico, l’azienda Decolmar riesce ad operare con profitto, differenziando i prezzi tra residenti e non residenti". Il costo al chilometro dei nostri traghetti è sette volte più alto di quelli sardi, e si applica a tutti senza l'agognata tariffa sociale che il comitato vede obiettivo raggiungibile attraverso gli oneri di servizio.

Nel testo del disegno di legge si fa pure riferimento al Ponte, ma come progetto ormai tramontato. Era il 2016, adesso le cose sono cambiate e forse anche per questo non si vuole investire sul miglioramento del servizio marittimo. "Il ponte sarà un'opera importante per lo Stretto - conclude Votano - ma lo vedremo tra molti anni. La nostra esigenza di ridurre costi e disagi è immediata, il servizio ci serve adesso. Siamo tanti e con la partenza del cantiere del ponte gli spostamenti aumenteranno, alle popolazioni dello Stretto bisogna pensarci subito". 

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