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Cronaca

Gli "uomini di mezzo": menti raffinatissime che sostennero la spallata allo Stato

Il procuratore aggiunto Giuseppe Lombardo ha messo in risalto il ruolo di questo "trust" di cervelli con dentro mafiosi, politici, massoni e pezzi deviati degli apparati di sicurezza nel pilotare le scelte della stagione stragista

Gli “uomini di mezzo”, menti raffinatissime in grado di intuire i mutamenti in corso nell’Italia degli anni novanta, indirizzarono le scelte criminali della “mafia unica”. Menti raffinatissime in grado di agire nell’ombra, un contenitore di cervelli dentro il quale si muovevano con padronanza pezzi deviati degli apparati di sicurezza, tronconi di logge massoniche infiltrate dalla ‘ndrangheta e vertici criminali delle mafie. Menti raffinatissime che, come detto dal Procuratore aggiunto Giuseppe Lombardo durante l’udienza odierna del processo “Ndrangheta stragista, stavano fra il “sovramondo” mafioso e il “sottomondo” mafioso, che facevano da cuscinetto fra le punte di due piramidi contrapposte.

“Uomini di mezzo che - ha sostenuto il procuratore aggiunto della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria - sapevano da tempo del progetto politico di Forza Italia e che, dopo la vittoria del Pds nel 1993, decisero di scartare l’ipotesi separatista e dei movimenti meridionalisti per punta su Forza Italia”.

Un progetto “criminal-politico” che non poteva essere gestito dai boss di cosa nostra e ‘ndrangheta, capaci di pianificare un attentato mortale ma senza armi analitiche davanti ai mutamenti in atto nella società italiana. Un progetto che prima puntava a dividere l’Italia e, dopo, cercava nuovi interlocutori per consegnare nelle mani dei boss le chiavi della Nazione.

“Tutto quello che accadde a livello politico e criminale - ha concluso Giuseppe Lombardo - è concatenato e tutto quello che succede si muove su piani paralleli. Sostituire la vecchia classe politica non era facile, bisognava avere certezza sulle richieste e le certezze arrivano nel 1993, quando Graviano ha fretta di dare il colpo di grazia allo Stato”.

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