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Domenica, 28 Aprile 2024
Aeroporto dello Stretto

Ryanair a Reggio Calabria, cosa c'è davvero tra il dire e il fare

L'annuncio del governatore Occhiuto sull'arrivo del colosso low cost al Tito Minniti si scontra con alcune situazioni oggettive, che invitano alla cautela

L'annuncio del governatore Roberto Occhiuto presenta come cosa certa l'arrivo della compagnia Ryanair nell'aeroporto dello Stretto, per il quale, partecipando alla manifestazione d'interesse esplorativa della Regione, il vettore irlandese ha riservato otto delle dodici rotte con cui vorrebbe potenziare il suo investimento sulla Calabria. Sulla scia di questa aspettativa, è arrivato il plauso di molti esponenti politici (di centrodestra), a rafforzare l'idea che finalmente per il Tito Minniti stia per iniziare una nuova fase che scongiuri il conclamato declino dell'aerostazione reggina. Anche molto presto, perché Occhiuto parla del prossimo aprile come data operativa degli auspicati voli Ryanair,

Ma tra il dire e il fare, in questo caso, c'è davvero di mezzo un mare di fatti, che decisamente mitigano la portata trionfale delle parole del presidente della Regione. Il primo e più importante è la differenza tra il generico interesse espresso dal colosso low cost a fronte di quello che sarà poi messo nero su bianco quando saranno pubblicati i bandi veri e propri - e solo allora si capirà se oltre ai 120 milioni messi a disposizione dalla Regione (ma solo il 25% sarà per lo scalo reggino) anche tutto il resto degli avvisi sarà appetibile per gli aspiranti, pensando soprattutto alla tempistica, che per puntare alla stagione primaverile dovrebbe non andare oltre ottobre. Questione, dunque, di giorni per sapere se la Regione starà sul pezzo o infine pubblicherà bandi sostanzialmente inutili perché ritardatari rispetto alla programmazione delle compagnie. 

Confermato l'obbligo di addestramento, Ryanair dovrebbe cambiare le sue procedure

Su Reggio in particolare, il precedente della gara di aprile, che andò deserta dopo altrettanti annunci di svolta epocale, dovrebbe far riflettere. E molto più che l'adesione alla manifestazione d'interesse, per Ryanair fa testo la notizia - non teoria, ma fatto già concreto - delle ulteriori rotte internazionali avviate in Sicilia per la stagione invernale, con un altro aeromobile, 30 posti di lavoro e una previsione di traffico annuo in aumento fino a 9,5 milioni e mezzo di passeggeri. Cosa che, ovviamente, non pregiudica l'interesse verso la Calabria, sebbene nelle varie dichiarazioni di esultanza politica i progetti per Reggio siano stati legati pure a un bacino di utenza mediterraneo e quindi siciliano: insomma, dopo aver intascato una vittoria sul decreto prezzi, significa che in nella nostra area Ryanair vorrebbe fare in pieno, e questo non può che farci piacere. 

L'ufficialità delle rotte della leader delle low cost per la Sicilia è stata concomitante all'annuncio di Occhiuto sul Tito Minniti (senza che nessun riferimento, pur logico, ci sia stato da parte di Ryanair su questa prospettiva territorialmente confinante), ma a poche ore di distanza si è poi appreso di una situazione rimasta in sordina, ovvero che Enav ha aggiornato le carte di volo mantenendo le attuali limitazioni sulla pista 33 dell'aeroporto dello Stretto, per la quale continuerà ad essere richiesto un addestramento qualificato preventivo dei piloti nelle fasi di decollo e atterraggio. Ne avevamo parlato su Reggio Today come di un cane che si morde la coda. Considerando che le disposizioni entreranno in vigore da ottobre, lo scenario sembra molto diverso da quello assicurato dal governatore calabrese, secondo cui lo scalo reggino sarà libero da ogni restrizione operativa entro fine anno. Invece il mantenimento dell'obbligo di training specializzato (a spese delle compagnie) sulla 33 diventa ora un problema non da poco per Ryanair, che per politica aziendale non lo ha mai fatto e, se pur di venire a Reggio volesse affrontare questo onere, dovrebbe rivedere quanto indicato nella sua proposta sin qui teorica alla Regione, altrimenti poco vantaggiosa a causa di questi costi collaterali. 

Per lo stesso motivo SkyAlps, di recente operativa al Sant'Anna di Crotone con l'accordo di continuità territoriale e apertamente interessata a Reggio, non ha risposto alla manifestazione esplorativa e lo farà soltanto valutando i bandi definitivi. 

Un annuncio simile cinque anni fa, ma il vettore irlandese non arrivò mai

Considerazioni piuttosto immediate, che consigliano cautela nel festeggiare troppo in anticipo l'arrivo di Ryanair e altre low cost sulla riva calabrese dello Stretto. Gli sviluppi della vicenda sono seguiti con attenzione anche dal comitato per l'aeroporto, che sta portando avanti una battaglia per ottenere altri collegamenti per Milano Linate utili a partenze e rientri nella stessa giornata o il cambiamento degli attuali orari, modifica necessaria soprattutto ai pendolari. Anche perché Ryanair li attiverebbe non lì ma da e per Orio-Bergamo, e per il principale scalo milanese c'è pure lo scoglio della sovrapposizione di orari e voli con Lamezia. 

Al di là di queste fondate perplessità, a Reggio c'è molta diffidenza verso l'ennesima eclatante promessa di rilancio del Tito Minniti da parte di Regione e Sacal. Ministero dei trasporti e Enac ci credono poco, elaborando per il 2030 numeri di crescita non esaltanti per tutti gli aeroporti calabresi, con le stime di quello dello Stretto ferme a meno di mezzo milione di passeggeri.  E a proposito di Ryanair tutti ricordano che nel 2018, da altra direzione della società che aveva da poco acquisito la gestione dell'intera rete aeroportuale calabrese con gli scali reggino e crotonese, era giunto lo stesso annuncio. Anche quella volta era ottobre e gli agognati voli, con un impegno triennale, li avremmo visti ad aprile. Giusto il tempo di addestrare i piloti, assicurarono l'allora presidente Sacal Arturo De Felice e l'allora Ceo della compagnia David O'Brien. Ma il corteggiatissimo vettore irlandese non arrivò mai al Tito Minniti, e ancora lo stiamo aspettando.  

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