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Lunedì, 29 Aprile 2024
Crisi a Palazzo San Giorgio

Comune, traballa Falcomatà: la maggioranza non c'è più

Seduta di consiglio comunale: nell'aula Pietro Battaglia oggi non si sono presentati assessori e consiglieri del Partito democratico, Italia Viva e Dp

La crisi politica del governo Falcomatà entra in Consiglio comunale: la maggioranza non c'è più. A Palazzo San Giorgio, questa mattina, si è consumata una brutta pagina politica per Reggio Calabria. I banchi del centro sinistra di Palazzo San Giorgio sono rimasti, per lo più vuoti (mancano dieci consiglieri). Così come gli scranni della giunta: dove su nove assessori sono solo presenti tre (il vicesindaco Paolo Brunetti, l'assessora Irene Calabrò e l'assessore Francesco Gangemi).

Italia Viva e Democratici e progressisti già ieri sera avevano manifestato il loro dissenso, e il partito di Nino De Gaetano aspettava questa mattina per un incontro "a quattrocchi" con il sindaco Giuseppe Falcomatà per ribadire  la pari dignità con gli altri partiti. 

Ma qualcosa è andato storto e così oggi in Aula i Dp non si sono presentati. L'assenza più pesante però è quella dei dem. Il Partito democratico, infatti, ha deciso, dopo consultazioni notturne, di non partecipare al Consiglio comunale e il capogruppo Peppe Sera in una lettera indirizzata al presidente Marra afferma che: "La condizione di incertezza e di instabilità, non consente ai rappresentanti istituzionali dei partiti (consiglieri ed assessori comunali) di svolgere con la dovuta determinazione il loro ruolo all'interno di una coalizione che vorremmo solida ed unità attorno alla figura del sindaco, così come è stato sino ad ora in questi lunghi 9 anni di difficile e complesso percorso amministrativo”. 

La coalizione solida e unita però, al momento, non c'è. E a quanto sembra a far traballare Falcomatà sullo scranno più alto, non sono i programmi ma le poltrone. Il sindaco è imperscrutabile, segue i lavori e non lascia trasparire nulla. Accanto a lui il fedele Brunetti. 

giunta 12.12.2023

Nell'aula Battaglia ecco che la minoranza fa fronte comune e già dai preliminari lo scontro è acceso.  Così il consigliere Massimo Ripepi chiede le dimissioni di Falcomatà oppure "annunci subito la nuova giunta". Parlano anche Armando Neri, Carmelo Versace, Mario Cardia, Saverio Pazzano e ancora Federico Milia, capogruppo di Forza Italia, che ricorda anche l'imbarazzante situazione degli eventi e delle iniziative per le festività natalizie. 

"A 10 giorni dal Natale la città è spenta, - denuncia Milia - siamo in consiglio comunale, è vero, ma la spiegazione non va data solo all’interno dell aula, ma ai cittadini. Casette in piazza Duomo chiuse, nessun calendario di attività previste per le festività natalizie, degno di questo nome, è stato presentato alla città. Luminarie ancora in fase di installazione: non esiste programmazione, quest’Amministrazione sta improvvisando. E’ una vergogna, sindaco Falcomatà, una volta rientrato poteva dimostrare interesse e invece, siamo messi peggio di 1 o 2 anni fa. Imbarazzante quanto sta accadendo, avete privato alle famiglie e ai bambini anche la gioia del Natale". 

Prima di discutere gli otto punti all'ordine del giorno, però, ecco che dai banchi della minoranza, per voce del consigliere Demetrio Marino arriva la proposta di sospendere i lavori del consiglio, per cinque minuti, così da permettere loro di fare il punto e tracciare la linea da seguire. 

Si vota e l'aula approva. Dopo l'interruzione ecco che Demetrio Marino prende la parola. "Come minoranza abbiamo due proposte, - dice Marino - una tecnica e una politica. Quella tecnica, anche se noi dovessimo uscire dall'aula, sappiamo che avete la stampella che si chiama Saverio Pazzano, e quindi avreste i numeri per continuare il consiglio e approvare i provvedimenti. L'altra proposta, invece, è  di rimanere in consiglio e bocciare tutte i punti all'odg, tranne quello per lo svincolo Malderiti. Noi quindi rimettiamo nelle mani della maggioranza la crisi e se non siete in grado di governarla chiediamo al sindaco di dimettersi".

Ma Saverio Pazzano chiamato in causa, subito risponde che lui "non è mai stato la stampella di nessuno e che voterà sempre nell'interesse della cura di Reggio Calabria". Così ecco che si entra nel vivo dei lavori, e punto per punto, si vota.  Viene approvata solo la "sdemanializzazione per retrocessione totale del bene espropriato per l'esecuzione dei lavori di sistemazione della strada aeroportuale dello svincolo autostradale", con 22 voti favorevoli ed un solo astenuto. 


 

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