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Verso il 25 novembre

Femminicidio, l'idea delle Donne reggine è realtà: istituito un fondo per gli orfani

Sabina Cannizzaro, presidente dell'associazione, spiega come è nata la mozione approvata in Consiglio regionale. Il ricordo della governatrice Jole Santelli

Il femminicidio può distruggere più vite: quella della donna che muore e quella di chi rimane orfano. Si calcola che in Italia ci siano almeno duemila orfani e proprio a questi hanno voluto pensare le Donne reggine, riunite in associazione. 

"Essere orfano di femminicidio significa perdere tutto, - dice Sabina Cannizzaro, presidente dell'associazione - in un solo istante, e nel modo più atroce: non avere più una mamma perché a toglierle la vita è stato il papà che finisce in carcere. Per questo abbiamo voluto lavorare a una mozione, che è stata poi sottoscritta come prima firmataria dalla consigliera regionale di Forza Italia, Pasqualina Straface, da presentare in Consiglio regionale per chiedere interventi precisi a sostegno degli orfani di femminicidio.

Tra le nostre associate infatti ci sono molte avvocate e hanno redatto il testo che poi è stato appunto firmato dalla consigliera, ma anche da Mannarino, Gentile e De Francesco. Nella seduta del Consiglio regionale della Calabria del 23 ottobre scorso, la trentaduesima seduta, ecco che il testo della mozione "Azioni da adottare per contrastare il preoccupante fenomeno della violenza di genere e in merito all’istituzione di un percorso di tutela per le vittime di violenza e ai loro figli" è stato approvato  ed è stato votato a favore da tutti i gruppi, bipartisan, Forza Italia, Forza Azzurri, Coraggio Italia, Fratelli  d'Italia, Lega Salvini, Unione di Centro, Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, De Magistris Presidente, Misto". 

Con questa mozione si impegna i presidenti Occhiuto e Mancuso   ad "adottare ogni atto utile e necessario per rafforzare le politiche rivolte alla tutela dei minori interessati da episodi di femminicidio, attraverso l'istituzione, nel bilancio della Regione Calabria, di un apposito capitolo denominato: "Fondo di solidarietà ai minori vittime di violenza e di reati da femminicidio", finalizzato al sostegno economico delle spese per le cure mediche e psicologiche e per il sostentamento finanziario del loro percorso formativo e di vita;  a promuovere percorsi specifici per assicurare, ai figli delle vittime di violenza domestica, l'erogazione di borse di studio, nonché il finanziamento di iniziative di orientamento, di formazione e di sostegno per l'inserimento dei medesimi nell'attività lavorativa;  favorire le attività delle organizzazioni di volontariato, coordinandole con quelle dei servizi pubblici".

"La Regione Calabria è già impegnata - aggiunge Cannizzaro - nel contrasto al fenomeno della violenza contro le donne e ai loro figli, secondo linee comuni fissate a livello nazionale e internazionale nell'ambito delle quali si è dotata di propri strumenti normativi e di indirizzo, promuovendo la creazione di servizi e strutture di accoglienza, sostegno, assistenza e ospitalità delle vittime di violenza. Adesso vogliamo che si pensi anche agli orfani, che purtroppo le cronache ci dicono sempre più numerosi". 

Non è facile, però, avere numeri precisi sul fenomeno perché per molti anni nessuno si è occupato di svolgere un monitoraggio a livello nazionale. È anche per questo che si parla di "vittime invisibili" in riferimento agli orfani di femminicidio, perché per tanto tempo non sono stati considerati una categoria cui prestare maggiore attenzione e riservare tutele fondamentali.

Adesso è tempo di un cambio di passo, per cercare di fermare le violenze e i femminicidi prima di tutto e poi per pensare agli orfani. 

"Le Donne reggine voglio lavorare attivamente sul territorio - aggiunge Sabina Cannizzaro - e fare cose concrete. Siamo un'associazione aperta a tutti, che ama il lavoro di squadra. Il 25 novembre, infatti, oltre a presentare la mozione abbiamo voluto organizzare un incontro, alle 15.30, nella sala Monteleone del Consiglio regionale su "Lo sguardo di chi resta, vittime invisibili di femminicidio".  Tra i tanti interventi interessanti avremo anche la testimonianza di Elisabeth Rosanò, che racconta la tragedia vissuta e il coraggio di ricominciare".

Le Donne reggine sono, dunque, sul territorio e da Reggio Calabria vogliono parlare alla Calabria intera. "L'idea di mettere insieme le donne di Reggio Calabria, professioniste,  per fare - racconta Sabina Cannizzaro - è nata durante la campagna elettorale di Forza Italia. Fu Jole Santelli a spronarmi a mettere insieme le professioniste reggine, donne che hanno voglia di mettersi in gioco per cambiare la società, senza fare politica attiva, ma contribuendo sul tessuto sociale e cercare di aiutare altre donne. Per questo poi, dopo la prematura scomparsa di Jole, ho raccolto il suo suggerimento e ho aggregato le donne. Abbiamo già fatto tante cose, concrete, perché è importante dopo le tavole rotonde e il momento di analisi e confronto, passare alle azioni". 

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