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Lunedì, 29 Aprile 2024
Tagli alle autonomie scolastiche

Dimensionamento, con un ricorso si salverebbero tutte le scuole di Reggio

Il consiglio metropolitano ha dato mandato al sindaco per tutelare le scuole di area grecanica trattando con Occhiuto o in extremis impugnando il piano regionale

La partita del dimensionamento scolastica per il territorio metropolitano di Reggio Calabria si è chiusa con la soppressione di 15 autonomie, dopo il recupero dell'istituto comprensivo di Melicucco e del liceo artistico di Reggio (che ha consentito anche di 'salvare' il liceo classico Campanella), grazie alla possibilità offerta dal decreto Milleproroghe solo per l'anno scolastico 2024-25.

La Regione ha recepito le indicazioni del consiglio metropolitano, ma nella seduta che ha deliberato la modifica del piano di ottobre si è aperto uno scenario molto importante per le scuole dell'area di minoranza linguistica grecanica, che comprende le isole ellenofone della Bovesia e la città di Reggio, complessivamente 16 comuni della provincia. 

Il consiglio ha infatti approvato all'unanimità un punto all'ordine del giorno avente ad oggetto l'interlocuzione con il governatore Roberto Occhiuto per ripristinare le autonomie scolastiche che ricadono nell'area grecanica, dove nel piano definitivo di dimensionamento si sono operati alcuni tagli: a Melito Porto Salvo, Bova marina, Condofuri e soprattutto Reggio. Nella città dello Stretto, proprio per questa peculiarità, la legge consentirebbe di salvare in blocco tutte le autonomie che abbiano almeno 400 alunni (soglia inferiore a quella minima prevista per i comuni altamente popolati).

Questa eccezione è prevista dallo stesso decreto interministeriale n. 127 del 30 giugno 2023 sul dimensionamento, che cita proprio le minoranze linguistiche come requisito in deroga. A segnalarlo era stata già l'assessora comunale Lucia Nucera chiedendo che questo criterio fosse inserito nelle linee guida regionali, ma l'appello non è mai stato accolto. E nel consiglio metropolitano del 3 gennaio, i consiglieri della Lega Minicuci e Neri, che avevano presentato un emendamento a favore dell'Ic di Melito, hanno ricordato la sentenza 215 della Corte Costituzionale del 18 luglio 2013, nella quale si ribadisce che le scuole in area di minoranza linguistica devono beneficiare della deroga al dimensionamento.

La Regione non salverà altre autonomie, ecco cosa può fare Metrocity

La questione resta ora in sospeso, consegnata nelle mani del sindaco Falcomatà. A lui spetta dare seguito a quanto richiesto dall'assemblea metropolitana e avviare rapidamente trattative con Occhiuto, ma è stato subito chiaro che si tratterebbe di un passaggio inutile. All'indomani dell'approvazione delle modifiche al piano di dimensionamento reggino, è stata tranchant la vicepresidente della giunta Giusi Princi, che ha tolto ogni speranza con una presa di posizione pubblica. Facendo riferimento alla legge nazionale 482 del 1999, "Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche", la vicepresidente ha precisato che la normativa stabilisce la protezione dei diversi patrimoni linguistici esistenti nel nostro paese (tra cui quello delle popolazioni grecaniche) solo sotto il profilo didattico, con progetti di studio e inserimento delle lingue nei curriculi ma senza interessare l'organizzazione della rete scolastica. La Regione ha chiarito in modo netto che la tutela richiesta dalla città metropolitana si limiterà a questo: sostegno e incentivo per progetti sperimentali nelle scuole dei comuni ellenofoni. Le autonomie soppresse nei comuni ellenofoni non saranno recuperate.

Nel odg approvato dai consiglieri si avanzava però l'ipotesi, in caso di insuccesso nel confronto con la Regione, di un ricorso amministrativo in extremis. La città metropolitana potrebbe ora impugnare il piano di dimensionamento regionale proprio perché prevede tagli di autonomie in comuni dell'area grecanica (contro quanto stabilito nel decreto interministeriale 127), e sembra che il sindaco stia valutando di percorrere questa strada. Si tratta di un'intenzione appresa in via non ufficiale e non ci sono al momento iniziative concrete da parte di Palazzo Alvaro, è però necessario agire tempestivamente, perché un eventuale ricorso deve essere presentato entro 60 giorni dall'approvazione del piano regionale, deliberato il 15 dicembre scorso.

Un percorso alternativo è quello del ricorso al Tar da parte dei cittadini, cioè i referenti delle popolazioni grecaniche danneggiate dai tagli delle autonomie scolastiche - in questo caso nei territori grecanici già a rischio di spopolamento, dispersione scolastica e progressivo depauperamento della cultura ellefona. I genitori dei consigli di istituto sono infatti legittimati ad impugnare il piano regionale, e la vittoria di una scuola salverebbe, facendo valere lo stesso criterio, tutte le altre.

La reale tutela della minoranza linguistica greca e le guerre tra poveri

Una prospettiva poco credibile all'orizzonte, perché nel dibattito degli ultimi mesi, sia per nei comuni metropolitani che nelle scuole, è sempre prevalsa una silenziosa guerra tra poveri e anche l'argomentazione delle minoranza linguistiche ha suscitato polemica. Nella mappa calabrese, le popolazioni grecaniche, rispetto a quelle arbereshe e occitane, registrano il minor numero di parlanti. Una considerazione che, al contrario, dovrebbe rafforzare la tutela di questa minoranza a rischio estinzione, per la quale di fatto si battono soltanto gli enti interessati.

Nella Bovesia il sindaco di Melito ha proposto forme di consorzio tra i comuni dell'area, per essere meno piccoli e contare di più. Ma l'unico territorio che piccolo non è, Reggio, non è riuscito a difendere le sue scuole e resta una precisa imputazione di responsabilità, ribadita da Giusi Princi anche dopo il salvataggio delle due autonomie in deroga. Che in modo pilatesco ha ricordato per l'ennesima volta che le aree di minoranza linguistica avrebbero potuto godere di protezione utilizzando i criteri compensativi inseriti nelle linee guida, ma la decisione finale è stata soltanto della città metropolitana. Oggi lo stesso ente può riscattarsi impugnando il piano regionale e dimostrando che alle comunità grecaniche tiene davvero.  

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