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Lunedì, 29 Aprile 2024
Politica

Un caffè con il candidato, Cuzzocrea: "Una città da ricostruire dalle fondamenta"

Il candidato a sindaco Andrea Cuzzocrea, "Mezzogiorno in movimento", ai microfoni di ReggioToday. Le basi del suo programma elettorale si fondano su precise convinzioni, frutto dell’esperienza professionale e umana

"Le problematiche di Reggio sono numerose, ma su tutte se ne stagliano tre: rifiuti, acqua e depurazione". Andrea Cuzzocrea, ingegnere reggino, ex presidente di Confindustria, è stato l’ultimo a dichiararsi pronto a scendere in campo alle prossime elezioni comunali.

"Mezzogiorno in movimento" ha deciso di puntare su di lui come candidato sindaco e Andrea Cuzzocrea, in questa lunga intervista, spiega ai cittadini reggini quali saranno le basi del suo programma elettorale, un programma che non si ferma ai tre pilasti fissati in apertura, ma si fonda su precise convinzioni frutto dell’esperienza professionale e umana.

Come immagina la sua città dopo il Coronavirus

“Sul versante economico sempre più in difficoltà. Le malattie hanno sempre un impatto maggiore sui corpi più deperiti. Mi riferisco all’intero corpo socio-economico già di per se depresso da anni di ritardo di sviluppo. La città bella e gentile ha il volto sfigurato dalla incuria, dalla sporcizia, da un evidente stato di abbandono. Ci vorranno tempo ed una virtuosa sinergia delle migliori esperienze disponibili per risollevarla. Con l’ottimismo della volontà la immagino restituita alla sua dignitosa dimensione di una delle città più belle del mezzogiorno d’Italia”.

Come è stata gestita l’emergenza Coronavirus

“Fortunatamente il virus ha colpito la Calabria in modo del tutto marginale e, a fronte di numeri bassi, il sistema sanitario ha, tutto sommato, retto bene. Certo non oso neanche immaginare cosa sarebbe potuto accadere se non avessimo avuto la buona sorte di essere risparmiati dall’onda di piena del virus”.

La pandemia ha colpito tutti i settori, da quelli economici a quelli più strettamente sociali, un dato è emerso chiaramente l’insufficienza strutturale, materiale e immateriale, delle scuole reggine. Cosa pensa si possa fare per dare una svolta?

“Sono a conoscenza del diffuso degrado edilizio e impiantistico degli edifici scolastici, delle gravi carenze igienico-sanitarie e nella manutenzione ordinaria, degli elevati consumi energetici. Inoltre gli immobili non sono funzionali alle esigenze didattiche a maggior ragione dopo l’imposizione di maggiori spazi idonei a garantire maggiore sicurezza contro il contagio da coronavirus. Le aule sono piccole, mancano le palestre, gli spazi all’aperto e i laboratori. E sostare in luoghi angusti non giova alla qualità del lavoro degli studenti e di tutto il personale della scuola. Le scuole sono spesso ubicate in edifici costruiti prima del 1974, anno in cui la legge ha stabilito i criteri di edilizia antisismica.

Non tutti sono in possesso dei certificati di agibilità statica, di prevenzione incendi, di scale di sicurezza e di impianti elettrici a norma. La proposta di intervento di riqualificazione del patrimonio scolastico esistente dovrebbe andare nella direzione opposta rispetto all’attuale logica di destinare risorse ad immobili degradati. La ristrutturazione deve essere fatta tenendo conto di un adeguato rapporto costi/benefici con la logica della ‘sostituzione efficiente’ così da risolvere il problema della messa in sicurezza, della riqualificazione edilizia e dell’impiantistica funzionale ed energetica. Ancora meglio se si riuscisse a riconvertire le scuole del centro in strutture ricettive e localizzare in campus periferici le attività didattiche”.

Il settore rifiuti è amaro protagonista delle cronache di questi giorni. Cosa si può fare per migliorare il servizio?

"Le problematiche di Reggio sono numerose, ma su tutte se ne stagliano tre: rifiuti, acqua e depurazione. Il problema della gestione dei rifiuti deve essere guardato nel suo complesso: il sistema di raccolta, la gestione degli impianti di trattamento/recupero, lo smaltimento degli scarti non recuperabili. Intanto va sicuramente rivisto il sistema di raccolta: il porta a porta esteso a tutto il territorio non è stata la soluzione ottimale. Penso che debba essere riorganizzato, mantenendolo solo nelle zone scarsamente densificate inserendo, invece, la possibilità di conferimento in contenitori stradali nelle altre.

Con sistemi di controllo, tipo tessera sanitaria, o sistema di riconoscimento del conferitore con automatico sgravio sulla tari a seconda delle quantità di indifferenziato conferite. I cassonetti dovranno essere localizzati ad una certa distanza tra di loro e controllati con telecamere. Dovrebbero essere individuate altre due isole ecologiche nella periferia nord ed in quella sud. La città metropolitana, nelle veste di Ato, ha la possibilità di realizzare un ciclo chiuso ed efficiente ed autonomo. Dovrà tuttavia attivarsi un efficiente metodo di riscossione della Tari, dovendo essere a tutti chiaro che nessun sistema è in grado di reggere nel tempo se mancano le risorse per gestirlo e
manutenerlo. Con il concetto che "se tutti paghiamo, tutti paghiamo di meno, e se differenziamo, paghiamo ancora di meno".

Mi permetta di fare cenno al problema dell’acqua, che penso che ormai tutti abbiano compreso che non riguarda l’approvvigionamento, quanto le perdite idriche della rete di acquedotto. La città ha il diritto di sapere che fine ha fatto l’appalto di risoluzione delle perdite e di ingegnerizzazione della rete idrica, aggiudicato cinque anni fa. Per quanto riguarda il segmento della depurazione, grande attenzione dovrà essere rivolta agli impianti comunali, tra cui, i maggiori, quello di Ravagnese e Gallico.

Sarà opportuno rivedere i rapporti con la società al momento affidataria della gestione, che è tra l'altro sotto amministrazione giudiziaria, rivedere le clausole contrattuali e di scadenza, probabilmente rifare la gara d'appalto, con dei criteri stringenti di controllo e manutenzione”

Le periferie sono sempre più lontane dal centro, in qualità della vita e servizi offerti, crede sia stato fatto tutto il possibile o qualcosa c’è ancora da fare?

“Non faccio alcuna distinzione tra centro e periferie. Tutti i cittadini hanno pari dignità e pari diritti a ricevere servizi adeguati indipendentemente dal luogo in cui vivono. In genere vi è una tendenza generalizzata a privilegiare il centro inteso come biglietto da visita trascurando le periferie. A Reggio l’amministrazione uscente lascia un generalizzato stato di degrado dal centro alle periferie”.

Reggio Calabria e l'ombra del dissesto. Quali sono le motivazioni che la spingono a candidarsi?

“La situazione finanziaria del Comune di Reggio Calabria, per come emerge dai provvedimenti della Corte dei Conti, è a dir poco drammatica, con un disavanzo effettivo di circa 400 milioni di euro. Per questo, anche a seguito della pronuncia della Corte Costituzionale, l'eventualità del dissesto appare purtroppo assai concreta. Ciò rende necessario il pieno coinvolgimento dei cittadini, i quali devono essere completamente informati sulle reali condizioni delle casse comunali e, soprattutto, democraticamente coinvolti nelle sofferte decisioni attraverso cui si dovrà affrontare una situazione di vera emergenza.

Perché, sia che si trovi il modo di proseguire il piano di riequilibrio, sia che si debba procedere alla dichiarazione di dissesto, occorrerà in ogni caso riprogrammare la macchina amministrativa in maniera da eliminare tutti gli sprechi e le inefficienze che hanno condotto allo sfascio dei conti pubblici e, soprattutto, focalizzare la destinazione delle poche risorse disponibili alle azioni realmente utili per il rilancio della città”.

Dove l’economia soffre l’illegalità si diffonde e la ‘ndrangheta gestisce lucrosi affari, come ci si può liberare da questo giogo?

"Seguo da anni la pubblicistica sul tema ‘ndrangheta da qualsiasi fonte essa provenga cercando di andare oltre i tanti stereotipi e luoghi comuni. La prevalente "narrazione” la vuole di dimensioni globali ed invincibile rendendo totalizzante il suo mito. La realtà è che è invalso l’uso abnorme della speciale legislazione emergenziale di contrasto. Giocare all’antimafia è diventato redditizio ed in tanti lo hanno capito anche in regioni sempre più lontane da quelle dove mafia e antimafia hanno un peso ed una storia. Sarebbe ora di ristabilire il punto di equilibrio tra sacrosante esigenze di contrasto e diritti costituzionalmente garantiti alle libertà personali e di esercizio di impresa”.

Qual è la sua idea di città e quale sarà il futuro di Reggio

“Una della chiavi di volta per mettere in moto l’economia si chiama fiscalità di vantaggio. Le misure incentivanti delle tanto decantate Zes si sono infatti rivelate completamente sterili rispetto alle aspettative di rilancio economico attese ed annunciate. Attraverso la nuova flessibilità ora concessa dalla Commissione europea, seppure per un tempo contingentato, sarebbe adesso possibile chiedere ed ottenere una piena fiscalità di vantaggio. Quale migliore occasione per sperimentazione un nuovo modello di sviluppo, che – tramite una modifica (temporanea) delle condizioni di attrattività del territorio – potrebbe portare alla riscoperta di una nuova vocazione industriale e
logistica per le aree del Mezzogiorno. Il tutto condito da drastico efficientamento burocratico”.

Parliamo adesso un po’ di lei: un libro preferito, che tipo di musica preferisce? Ha degli
animali? Qual è il suo piatto preferito? E la squadra di calcio del cuore?

“La signora di Ellis Island” di  Mimmo Gangemi e “La 'ndrangheta come alibi: dal 1945 ad oggi” di Ilario Ammendolia. Quanto alla musica da sempre preferisco i cantautori italiani, quanto agli animali bado anche io al grande corso nero di mia moglie a cui voglio molto bene, amo la cucina tradizionale, quanto al calcio tenevo per il Milan ma non seguo più ormai da tempo".

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