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Lunedì, 29 Aprile 2024
Le reazioni al voto

Giovanna Cusumano orgogliosa del successo reggino di Fratelli d'Italia

Non eletta, festeggia una proficua campagna elettorale e il primato del partito nella città dello Stretto, in controtendenza con l'exploit regionale del M5S

Ha portato avanti una campagna elettorale infaticabile Giovanna Cusumano, che non entra a palazzo Madama ma può esprimere soddisfazione per l'ottimo risultato reggino di Fratelli d'Italia, il partito più votato in città a fronte dell'exploit regionale dei Cinque Stelle e della solida roccaforte calabrese di Forza Italia nella coalizione di centrodestra. Per l'avvocato e già presidente della commissione regionale alle pari opportunità è stata una sfida adrenalinica e di grande responsabilità, con avversari duri come l'ex sindaco di Cosenza Mario Occhiuto e il segretario regionale del Pd, Nicola Irto. 

In queste settimane lei si è spesa a contatto con la gente e, pur non avendo l'endorsement istituzionale, è riuscita a fare meglio di tutti all'interno del suo stesso partito. Come unica candidata reggina le percentuali di voto del 22% alla Camera e del 23% al Senato nella città dello Stretto, le più alte di FdI nelle città calabresi, possono ben renderla orgogliosa.

"E' un risultato che mi rende molto felice. Non è una sorpresa che Reggio, storicamente di destra, abbia premiato Fratelli d'Italia ma questo primato regionale è particolarmente prezioso perché parliamo di una città attualmente governata dal centrosinistra"

A Reggio Giorgia Meloni non è mai venuta, non pensa che la presenza della vostra leader in città un avrebbe giovato anche alla sua candidatura?

"Mi avrebbe fatto piacere, ovviamente. Ma so che si è trattato di una strategia e la condivido. Giorgia Meloni era sicura di Reggio, ne conosce la tradizione di destra e dunque sapeva di avere già un seguito garantito. L'ideale sarebbe stato farsi vedere in ognuno dei collegi ma questa campagna elettorale è stata molto concentrata e così, non avendo il tempo di andare in tutte le città, ha operato una scelta secondo me intelligente a vantaggio dei territori con più esigenza di radicare il partito. Cosenza era una una piazza  da consolidare, credo che al suo posto avrei fatto anch'io lo stesso ragionamento". 

Il suo impegno politico si è sempre svolto nell'alveo delle professioni e della società civile, adesso avrà qualche nuova prospettiva di carriera nel partito?

"Non mi sono candidata pensando a questo e non spetta a me fare certe valutazioni. Per me questa esperienza rimane un grande patrimonio personale e politico, sono grata alla città per la straordinaria risposta e credo di aver fatto un buon lavoro e non aver deluso la fiducia riposta in me da Giorgia Meloni. Gli scenari futuri non dipendono da me, sono certa che il partito vorrà capitalizzare questo importante risultato oltenuto sul territorio"

Meloni sarà la prima donna italiana premier, ma molte donne le rimproverano un orientamento maschilista e temono una deriva patriarcale nel paese. Lei stessa, come donna e avvocato in prima linea per la tutela dei diritti femminili e contro la violenza, in queste settimane è stata bersagliata da queste accuse e sempre le ha smontate, ma davvero pensa che i timori di sessismo con Giorgia Meloni al governo siano infondati? 

"Non mi sarei mai avvicinata a un partito che opera discriminazioni di qualunque tipo, non solo contro le donne. Chi mi conosce sa che anche in passato ho sempre mantenuto la mia autonomia di pensiero, anche avendo a che fare con leader politici. La premessa è che in uno stato civile sui diritti non si torna indietro, non si eliminano e anzi si ampliano. Nessuno toglierà niente e trovo assurdo che una come Giorgia Meloni possa essere definitiva maschilista. Per lei parla il suo vissuto, la sua famiglia con importanti esempi femminili a cui lei si è ispirata, il suo percorso compiuto al di fuori di ogni corsia preferenziale arrivando dove mai altre donne erano riuscite. Gli atteggiamenti maschilisti li vedo altrove"

Ad esempio?

"Ci sono tanti esempi e non nella mia coalizione. Come donna e madre voglio per i miei figli un paese in cui si costruiscono opportunità di realizzazione, e sono delusa da una parte consistente dell'elettorato calabrese che ha votato per il reddito di cittadinanza. Noi vogliamo aiutare chi non può lavorare, invece a un giovane non va proposto un sussidio - io non lo accetterei mai per i miei figli - ma la formazione e il lavoro. Penso la stessa cosa per le quote rosa, concetto in realtà profondamente maschilista, le donne non ne hanno bisogno, vanno avanti per meriti. Poi sulla legge 194 ribadisco che non è in discussione, noi vogliamo che sia applicata la parte di assistenza alla donna in un momento delicato, perché spesso la libertà è condizionata da paure di tipo economico o sociale, che spingono verso un aborto solo per necessità. La donna non deve essere sola in questa decisione, se poi vorrà ugualmente abortire nessuno lo impedirà"

Sono infondate anche le paure della comunità lgbtq+ che si fermi il già tormentato percorso verso l'attribuzione di diritti mai riconosciuti?

"Anche su questo tema nessuno ha intenzione di mettere a rischio diritti esistenti. Però io metto al primo posto la tutela dei minori e come ho dichiarato in tante occasioni la teoria gender mi preoccupa. E poi mi disturberebbe anche se i genitori non si chiamassero più mamma e papà. Quello è davvero un eliminare, e non vedo perché per rivendicare un diritto si debba togliere qualcosa agli altri".

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