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Lunedì, 29 Aprile 2024
I temi del 25 novembre

L'educazione sentimentale di Valditara dovrebbe essere legge, dieci anni fa il dl di Celeste Costantino

L'ex deputata reggina presentò un dl nel 2013 e ribadisce l'esigenza di un'educazione all'affettività obbligatoria e strutturata nei programmi scolastici

Come promesso, il ministro dell’istruzione e del merito Giuseppe Valditara ha messo in campo la scuola nella prevenzione della violenza di genere con un progetto, “Educare alle relazioni”, che si presenta con finalità molto simili all’educazione all’affettività già sperimentata in molti paesi europei.

L'ora dei sentimenti a scuola, il progetto di legge dell'ex deputata Celeste Costantino

In Italia se ne parlò dieci anni fa con il disegno di legge sull'educazione ai sentimenti di Celeste Costantino, all’epoca deputata di Sel (SI). Sostenuto anche da una raccolta di firme (la sottoscrissero 35.000 persone), quel testo fu discusso in commissione ma poi l’iter si fermò. L’ex parlamentare reggina, che oggi è vicepresidente della fondazione ‘Una, nessuna, centomila’, nata per la prevenzione ed il contrasto della violenza sulle donne, commenta: “Il progetto di Valditara è molto diverso da quello che proponevo io, intanto perché qui non si tratta di una disposizione di legge ma è un’iniziativa opzionale, a cui le scuole possono aderire su base volontaria. Quello di cui invece abbiamo bisogno è costruire la prevenzione alle violenze di genere attraverso una formazione all’interno della scuola che sia riconosciuta come strutturale e obbligatoria”.

La prevenzione è secondo Costantino il fondamentale pezzo mancante anche nella legge Roccella appena approvata all’unanimità in Senato come immediata reazione dello stato al femminicidio di Giulia Cecchettin. L'intervento educativo in questo testo è citato di sfuggita nell'articolo 6, dove si parla di iniziative formative specifiche in modo assolutamente vago. “Questo ddl – spiega l'attivista e politica – è comunque da accogliere come positivo perché fa un altro passo in avanti nel contrasto alla violenza di genere e ha recepito molte delle istanze arrivate dai centri antiviolenza, ma è del tutto monco dell'aspetto della prevenzione. La mia proposta di legge nel 2013 mise in moto già allora una campagna di sensibilizzazione importante ma oggi, anche dopo i recenti casi di stupro che hanno coinvolto giovani, sono i ragazzi e le famiglie a chiedere l’intervento della scuola. C’è paura e si è compreso che la causa di questa violenza sono i modelli culturali negativi diffusi da media e social, e gli stereotipi sessisti”.

I dubbi sul progetto di Valditara: "Necessaria formazione strutturale e obbligatoria nell'orario scolastico"

La circolare ministeriale che regola il progetto sperimentale di Valditara prevede che le scuole interessate partecipino ad avvisi pubblici (sono stati stanziati 15 milioni di euro per pagare i docenti impiegati). La prima idea formulata nelle scorse settimane dal ministro collocava questo percorso nel tempo curriculare, all’interno delle ore di educazione civica. Poi si è cambiata completamente direzione. A partire dal prossimo anno scolastico, le attività si svolgeranno di pomeriggio attraverso focus group di discussione nei quali gli studenti avranno un ruolo centrale, con la moderazione di insegnanti formati per questo tipo di intervento tramite corsi sulla piattaforma Indire e in collaborazione con gli ordini degli psicologi. Le strutture territoriali della professione saranno anche punto di riferimento nei casi in cui emergessero 'red flag' e situazioni di disagio psicologico. “Intanto – continua Celeste Costantino – mi viene da pensare che l’adesione volontaria creerà l’ennesima situazione di scuola a due velocità, con dirigenti sensibili alla tematica che parteciperanno e altri che non lo faranno, forse proprio negli istituti di zone periferiche o isolate, dove invece c’è maggiore bisogno di affrontare questi argomenti. Ed è sicuramente un intervento educativo che deve essere affidato ad esperti, ma non soltanto psicologi. L’affettività è un sapere multidisciplinare e nel mio disegno di legge si parlava di educatori digitali, sessuologi e pedagogisti di genere”. Agli esperti di pedagogia di genere, anche sulla base delle altre esperienze europee, negli ultimi anni si devono numerosi studi sull’educazione all’affettività a scuola, indicata come strumento di prevenzione nella Convenzione di Instanbul. L’ex deputata sottolinea come il suo dl del 2013 partisse dagli studenti di secondo grado, cioè medie e superiori, con l’obiettivo di arrivare in futuro anche ai bambini di primaria e infanzia.

"Educazione sin dalla scuola primaria con obiettivi e programmi differenziati per età"

L’età dei destinatari dell’intervento continua ad essere divisiva, portandosi dietro paure legate alla trattazione di argomenti sessuali con gli allievi più piccoli. “E’ ovvio – precisa Costantino – che si parla di programmi diversi per le varie fasce di età, ma è fondamentale iniziare il prima possibile perché esistono modelli sociali imposti che i bambini assorbono involontariamente. Espressioni come ‘femminuccia’ per un bambino che piange, o i giochi e colori per maschi e femmine, sono tutti stereotipi che poi finiscono per condizionare le scelte dei bambini e il modo in cui si vedono a vicenda. Questo non significa – aggiunge – che una bambina non debba vestirsi da principessa se le piace, ma deve essere libera anche di vestirsi da spiderman se lo preferisce. Dobbiamo spiegare soprattutto alle bambine che non ci sono categorie e possono essere quello che desiderano”.

La sessualità ha inevitabilmente un ruolo prioritario nell’approccio educativo per le scuole medie. “A questa età – dice ancora Celeste Costantino – ragazzi e ragazze vivono i cambiamenti del corpo e i primi innamoramenti e hanno tante curiosità, ma spesso non sanno con chi parlarne e cercano risposte nel web, dove, avendo facile accesso alla pornografia, costruiscono una dimensione sbagliata della sessualità. L’educazione all’affettività a scuola è un argine a tutto questo. Con gli adolescenti, poi, l’esigenza è educare al controllo delle emozioni, la gestione dei fallimenti, la paura dell’abbandono”.

"Spero proceda il dl del Pd, ma bisogna sostenerlo con una forte campagna di promozione"

Sentimenti sconosciuti, repressi o male incanalati che sono la vera coltura sociale della violenza di genere. “Gli ultimi episodi di cronaca hanno smosso l’opinione pubblica – dichiara Costantino – e negare agli studenti italiani l’educazione all’affettività significa perdere un’opportunità importante”. Un’ora d’amore, come nello slogan della campagna lanciata nel 2013 per sostenere la proposta di legge, che Sel provò a portare avanti anche nella legislatura successiva. Un testo simile è stato poi promosso dal Pd. “Spero che l’iter di questa nuova propista proceda – dice ancora – presentare un disegno di legge è la parte più semplice ma poi bisogna tenere i riflettori accesi e credo che per farlo il partito democratico abbia mezzi maggiori di quelli che allora aveva il mio gruppo, che però riuscì a far calendarizzare la discussione. Oggi di quella legge cambierei qualcosa, è ormai datata perché si ferma al cyberbullismo ma purtroppo nel frattempo la violenza si è estesa a nuovi tipi di reati".

Nella discussione sull’educazione sentimentale a scuola tanti rappresentanti del mondo culturale e accademico hanno detto che sarebbe inutile, perché tutto quello che serve sapere sulla materia è già racchiuso nella letteratura italiana e i suoi grandi autori. Davvero per imparare amore e rispetto basta leggere nel modo giusto Dante, Leopardi o Verga? “Sicuramente una lettura più emotiva dei classici è opportuna oltre che molto bella – conclude Celeste Costantino – ma non basta. A proposito di libri, si dovrebbe iniziare a lavorare sui testi scolastici, ancora caratterizzati da tanti stereotipi sin dalla scuola primaria, e soprattutto far emergere il vissuto delle donne. Scrittrici o scienziate anche importanti nei programmi sono rare o assenti, ed è un segnale da cogliere per un cambiamento. Non si vuole sottrarre nulla ai personaggi maschili, semmai questo è aggiungere, dare qualcosa in più a studentesse e studenti”.

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