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Lunedì, 29 Aprile 2024
Donne e sanità

Associazioni e famiglie chiedono il riavvio della proposta di legge sul parto a domicilio

Una lettera aperta di 32 realtà del territorio al governatore Occhiuto ricorda le disposizioni contenute nel testo per garantire assistenza e sanitaria diritti alle donne e i bambini

Case maternità pubbliche a conduzione ostetrica (in particolare nell'area grecanica reggina, dove è attivo un consultorio h12 a Melito Porto Salvo con ottimi risultati, i tempi sarebbero già maturi), il rinforzo dei consultori garantendo l’apertura di 12 ore, almeno uno in ogni distretto sanitario, il riavvio dell'iter della proposta di legge per il rimborso del parto a domicilio e la demedicalizzazione la nascita anche nei reparti di ostetricia favorendo percorsi differenziati tra le donne sane e quelle con problemi di salute. Questi sono i principali punti della lettera pubblica rivolta al governatore calabrese Roberto Occhiuto da 32 associazioni del territorio, tra cui Dall'Ostetrica e Comunità competente, e una lunga lista di cittadini e cittadine calabresi che fruiscono del sistema sanitario. 

Al centro della lettera c'è la proposta di legge regionale 240/X su "Norme per il parto a domicilio" e si ripercorrono le sue vicende: "Correva l’anno 2017 quando la commissione sanità del consiglio regionale della Calabria licenziava questa proposta di legge, che voleva essere una chiara espressione dei bisogni delle donne nei confronti delle istituzioni. Chiedevamo sì il rimborso del parto a domicilio come diritto di scelta del luogo del parto, come tra l’altro succede già in alcune regioni italiane, tutte del centro nord, ma l’obiettivo era richiamare l’attenzione sulla salute delle donne, degli uomini, dei bambini e delle bambine calabresi che già all’epoca chiedevano libertà di scelta e appropriatezza delle cure”.

La proposta è stata il frutto di un lavoro congiunto portato avanti da associazioni di ostetriche, ordini professionali e associazioni, con l’obiettivo di demedicalizzare l’evento nascita, in seguito ai risultati di un’indagine campionaria realizzata nel 2015 nelle province di Cosenza e Reggio Calabria sul percorso nascita. Dallo studio dei dati, seguito dal professor Michele Grandolfom già dirigente di ricerca dell’Iss, emerse che rispetto a quanto indicato dalle linee di indirizzo nazionali e Internazionali i territori in esame risultavano molto distanti: proporzione di tasso di taglio cesareo 37% quando il valore raccomandato dall’Oms è 15%, tasso di allattamento esclusivo per i primi sei mesi 10%. In seguito alla ricerca fu registrato un video dal titolo “Storie di parto le donne raccontano”, visibile su YouTube, nel quale alcune donne del territorio hanno raccontato la loro esperienza di gravidanza, parto e post-parto. Continua la lettera: "Le prime criticità si presentano già se vogliamo prenotare una visita in consultorio piuttosto che un’ecografia, siamo ridotte al punto che l’appuntamento andrebbe preso prima di rimanere incinta. I consultori non erogano i servizi che dovrebbero eppure, avevamo alcune eccellenze sul territorio calabrese, alcuni aperti ben 12 ore al giorno (Trebisacce e Melito Porto Salvo) che oggi non possono più garantire questo servizio per via della carenza di personale, andato in pensione e mai sostituito". Rilevano le associazioni firmatarie della lettera: "Abbiamo fatto convegni per sensibilizzare le cittadine, i cittadini e le istituzioni. Nel 2018 sono scese le donne attiviste dai Castelli Romani, con il Camper Rosa, per supportare le proposte avanzate dalle donne e uomini calabresi ma nulla è successo, anzi la pandemia ha esacerbato e peggiorato le cose. E allora cosa è successo? Perché questo torpore, questa mancata voglia di far sentire la propria voce? Ripercorrendo le tappe ci siamo rese conto di aver fatto tanto, troppo, senza nessun risultato, abbiamo lavorato in solitudine, come sappiamo fare le donne".

Per le associazioni "è arrivato il momento di pensare alle case di maternità pubbliche a conduzione ostetrica, rinforzare i consultori evitando di intasare i pronti soccorsi per qualsiasi dubbio o paure che sovviene in gravidanza e riprendere la citata proposta di legge che attende solo l'ultimo step per l'approvazione. "Diventare madre - affermano associazioni e cittadini - è un evento che cambia l’esistenza della donna. L’assistenza che questa riceve durante il travaglio ha effetti influenti sulla vita di madre e bambino a livello emozionale, fisico e relazionale, influenzando gli outcomes a breve e a lungo termine. La buona comunicazione, il supporto, l’empatia dei professionisti che prendono in carico la donna, sentire rispettati i propri bisogni e desideri, può aiutarla ad avere consapevolezza rispetto a cosa le succede intorno e a contribuire a fare della nascita un’esperienza positiva per la donna e il nucleo familiare che sta nascendo". La lettera si conclude con un appello a Occhiuto: "Caro Presidente, confidiamo nella sua sensibilità di uomo calabrese a cui sta a cuore la salute delle donne, delle bambine e dei bambini". 

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