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Domenica, 28 Aprile 2024
Caso sugli eventi dell'estate

Spettacoli dal vivo, i fondi MiC sono per le periferie ma il Comune le penalizza

Polis Cultura denuncia l'accordo di programma approvato dalla giunta, che prevede due rassegne e taglia fuori CatonaTeatro

Due rassegne, suddivise tra eventi piccoli e grandi con conseguente entità diversa di fondi a disposizione. Ma stavolta il Comune di Reggio Calabria ha "dovuto" trascurare il centro per impiegare nelle zone di periferia le somme assegnate dal ministero della cultura con il decreto 289 del 29 settembre 2023. Rifinanziando il fondo nazionale per lo spettacolo dal vivo per l’anno 2023, il MiC ha infatti destinato una parte dei 453.291.856 complessivi al sostegno di iniziative culturali e artistiche nelle aree periferiche dei Comuni capoluogo delle città metropolitane. 

Con questa finalità è stata accantonata dal fondo una somma di 10.500.000 euro, distribuita in due tranche. A Reggio è andata una quota dei primi 5.250.000 ripartiti tra i suddetti comuni, oltre all'ulteriore somma dei restanti  5.250.000 euro erogati in proporzione alla popolazione residente nei vari comuni capoluogo delle città metropolitane. Oggetto dell'intervento è la programmazione di attività di spettacolo dal vivo realizzate da soggetti con requisiti precisi (organismi finanziati nell’ambito del Fondo nazionale per lo spettacolo dal vivo o organismi professionali operanti nel settore dello spettacolo dal vivo da almeno tre anni) e ammessi attraverso bandi pubblici. Primo step per ottenere il finanziamento è l'accordo di programma che i Comuni beneficiari sottoscrivono con il MiC, il cui schema è stato ora approvato dalla giunta comunale reggina.

Due rassegne di spettacoli dal vivo e piazza del Popolo diventa periferia

Nella delibera 48 del 18 marzo è esposto il progetto che sarà poi affidato ai professionisti dello spettacolo del territorio con due distinti bandi. Ma se se parliamo di promozione delle periferie (anzi il MiC richiede anche iniziative di "inclusione sociale, riequilibrio territoriale e tutela occupazionale"), perché il già apprezzato ReggioFest Cultura Diffusa, ambientato nei zona sud della città e nei quartieri di Pellaro, Gallico e Catona, avrà a disposizione 80.000 euro, mentre per il nuovo ReggioFest Popolo Music Festival ce ne saranno 392.572,86? 

Di cosa si tratta lo si spiega nello schema dell'accordo di programma che sarà presentato al MiC. La prima rassegna è già nota, avviata due anni fa animando le periferie reggine con spettacoli di qualità, laboratori, arte e musica: stavolta in calendario dall’1 al 30 giugno 2024, è sostanzialmente una riconferma perché continuerà a prevedere attività teatrali, musicali e di danza e progetti multidisciplinari. Il Popolo Music Festival invece, come si evince dal nome, si svolgerà in piazza del Popolo ed è ambizioso, presentandosi come manifestazione di "grandi eventi" da svolgersi dal 29 luglio all’11 agosto 2024 per un periodo continuativo. Si legge nell'accordo: "Dovranno essere garantiti almeno 4 concerti di musica pop leggera; 1 spettacolo di teatro comico/cabaret; 1 musical; 1 talk di promozione culturale del territorio, lasciando facoltà all’organizzatore di proporre, nelle giornate rimanenti, spettacoli di danza, arti performative, eccetera. Potrà essere prevista la bigliettazione per un massimo di due spettacoli. Sarà data prevalenza alle proposte artistiche che prevedono artisti di rilevanza nazionale/internazionale. Un criterio di premialità sarà la proposta, in aggiunta al programma degli eventi, di laboratori capaci di valorizzare il patrimonio culturale della città, anche attraverso approfondimenti ed omaggi dedicati a grandi personalità". Queste iniziative speciali bonus, sempre secondo lo schema di accordo, si sposteranno nelle diverse periferie cittadine, ma i grandi spettacoli saranno concentrati soltanto in piazza del Popolo. Un sito che nella mappa reggina periferia non lo è più da molto tempo, definito centro persino dal mercato immobiliare. Eppure il Comune ha scelto questa piazza, poco distante dal museo archeologico e dal lungomare, come sede del piatto forte degli eventi finanziati con il portafoglio del MiC a incentivo sociale e culturale delle periferie. 

Sbilanciata è pure l'entità del contributo: nei limiti dell’80% del costo totale del progetto, entro un massimo dei complessivi 392.572,86 euro, per Popolo Music Festival; 100% entro il limite massimo di euro 20.000 euro per Cultura Diffusa, con ipotizzabili quattro soggetti ammessi. Applicando lo stesso criterio all'altro festival "principale", lì sarebbe invece possibile anche l'affidamento a un unico soggetto.  

Chilà: "Il Comune ha stravolto le indicazioni del ministero e ci penalizza"

"Abbiamo scoperto una cosa nuova, che piazza del Popolo è periferia", commenta Lillo Chilà, presidente di Polis  Cultura, che ha reagito con indignazione alla delibera della giunta comunale. La cooperativa è ideatrice della storica manifestazione CatonaTeatro, fortemente discriminata dal progetto che ha scisso i fondi ministeriali tra le due rassegne. "Abbiamo partecipato ai bandi precedenti  - dice - ottenendo un contributo di 50.000 euro per entrambi gli anni, e nel 2023 primi in graduatoria. Pensavamo di poterlo fare anche quest'estate, ma è arrivata questa brutta sorpresa". Chilà si riferisce ai requisiti per partecipare alle rassegne, ugualmente svantaggiosi se non impossibili. "La rassegna cultura diffusa deve svolgersi a giugno, periodo in cui per CatonaTeatro è ancora presto. A giugno siamo in fase di organizzazione e dovrebbe ben saperlo un sindaco che conosce la città e che ha trattenuto la delega alla cultura, anche se in teatro, dove ha un palchetto riservato, non lo abbiamo mai visto". La più appetibile rassegna di piazza del Popolo è invece assolutamente fuori target. "Certo, in teoria potremmo partecipare, come chiunque - continua Chilà - ma nella pratica per CatonaTeatro abbiamo già i contratti pronti. Dovremmo spostare gli artisti, e poi c'è tutto quello che ruota attorno al nostro teatro, alla sistemazione dei posti, agli aspetti su cui stiamo già lavorando in vista dell'estate. Dopo uno spettacolo, Michele Placido sul nostro palco disse che qui si respira teatro, elogiando gli organizzatori della rassegna...e dovremmo trasferirci all'ultimo momento in una piazza?"

Lillo Chilà sottolinea un controsenso: "Il ministero assegna questi fondi per portare eventi e gente dal centro alle periferie, ma il sindaco Falcomatà sta facendo esattamente il contrario... piazza del Popolo è a due passi dal centro! Le indicazioni ministeriali sono state stravolte, e non è previsto neanche che sia il Comune a dire cosa deve esserci nelle rassegne, quello è compito dei soggetti che partecipano ai bandi e fanno le loro proposte". 

Anche la scelta di periodi tassativi e brevi per i due festival è discutibile. La prima edizione di Reggio Fest Cultura Diffusa, nel 2022, per la prima volta finanziata tramite accordo di programma tra ministero della Cultura e Comune di Reggio, aveva previsto uno stanziamento complessivo di un milione di euro, e da calendario si era prolungata ben oltre l'estate. "E' lo stesso decreto ministeriale a stabilire che si possano inserire iniziative fino al 31 dicembre, e in questi due anni è stato così - spiega Chilà - la realtà è che si è volutamente creata una condizione sfavorevole, e non solo per noi. Ne abbiamo parlato insieme ad altri soggetti che hanno partecipato a questa attività nelle scorse edizioni, anche loro si sentono penalizzati". 

Ecco che tipo di eventi ci saranno in città, all'inizio e la fine dell'estate

Nella delibera si spiega che con questo progetto l'amministrazione comunale intende "contribuire alla tutela occupazionale degli operatori dello spettacolo, riequilibrare l’offerta culturale di spettacolo dal vivo sul territorio, sostenendo la 'delocalizzazione' di iniziative di qualità al di fuori del centro cittadino, anche con la finalità di incidere sul contesto socioeconomico del territorio lasciando un segno che duri oltre la singola performance". Inoltre c'è l'obiettivo di "intercettare e coinvolgere differenti tipi di pubblico, ampliare la fruizione culturale, attrarre pubblico dal centro alle periferie, consolidando l’immagine di una città policentrica e offrendo, anche, visibilità alle tante realtà creative e talentuose del territorio periferico della città". 

La scelta di prevedere due diverse sezioni fa riferimento ai periodi individuati, l'apertura della stagione estiva e il clou di agosto, precisando che la rassegna di piazza del Popolo, più breve ma di maggior impegno, sarà continuativa "anche ai fini di realizzare un’economia dei costi di allestimento e servizi complementari". Sottolineature che portano a una facile profezia: questi eventi e soprattutto i grandi spettacoli in piazza del Popolo saranno l'offerta principale della prossima estate reggina. Dobbiamo augurarci che avere questa opportunità con i soldi ministeriali non significhi un ulteriore impoverimento del programma a cura del Comune. E soprattutto che le risorse a disposizione siano messe bene a frutto, ricordando quello che è accaduto con l'ingente finanziamento delle feste natalizie. 

Lo schema di progetto del Comune è stato formalmente segnalato al MiC

"Avrei potuto stare zitto - dichiara Lillo Chilà - come hanno deciso di fare gli altri aspettando gli sviluppi della situazione, ma parlo per lanciare un segnale forte alla mia città, nella quale ho voluto restare anche se in tanti mi avevano consigliato di andarmene. Non ho intenzione di attaccare personalmente il sindaco, ma voglio che si sappia come sta agendo il Comune". Polis Cultura ha più di un'amarezza nel rapporto con le amministrazioni locali: "Dico solo che CatonaTeatro esiste da 38 anni e la città metropolitana non ci ha ancora riconosciuto come manifestazione storicizzata... cosa che è avvenuta per altri eventi meno radicati".    

L'accordo di programma del Comune per gli spettacoli dal vivo è stato segnalato formalmente al MiC con una pec, nella quale si rilevano le incongruenze del progetto con le indicazioni ministeriali per l'attribuzione dei fondi. Si attende una risposta per capire se sindaco e giunta saranno costretti a cambiare il contestato atto di indirizzo.


 

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