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Martedì, 30 Aprile 2024
L'iter della grande opera / Villa San Giovanni

Ponte, nelle osservazioni del Comune di Villa tutte le istanze negative del consiglio aperto

Lunga assemblea tra toni accesi e divisioni sulla grande opera e al termine il voto non è all'unanimità per abbandono della minoranza

Non una delibera ma un atto di indirizzo votato solo dalla maggioranza è l'esito del consiglio comunale aperto convocato oggi a Villa San Giovanni per accogliere il contributo degli amministratori, le associazioni e i cittadini alla vigilia della prima data cruciale nell'iter del ponte sullo Stretto. Domani scadranno i termini per le osservazioni del pubblico nella procedura di valutazione di impatto ambientale della grande opera, inoltre il Comune dovrà formulare il parere, positivo o negativo, da esprimere in vista della conferenza di servizi del 16 aprile. Dopo il lungo e animato dibattito pubblico, i due gruppi di minoranza hanno deciso di riunirsi separatamente e poi abbandonare l'assemblea. Il consiglio ha ugualmente votato una determinazione che attribuisce mandato alla sindaca Giusy Caminiti affinché per conto dell'amministrazione produca le osservazioni tenendo conto di quanto emerso in senso negativo dai vari interventi della riunione, oltre che dai lavori della commissione territorio. Saranno trasmesse nella giornata di domani al Mase recependo - così è stato detto - ogni istanza avanzata da soggetti politici, associazioni e cittadini.

Divisioni e toni accesi, comune è solo la solidarietà agli espropriandi

La minaccia degli espropri è stata il vero spartiacque del consiglio aperto ospitato nell'istituto alberghiero villese Trecroci all'insegna di toni accesi. Inevitabile che nella fluviale discussione emergessero fazioni e spaccature. Già protocollate dal Mase, ad oggi sono state depositate soltanto le osservazioni del Pd di Villa San Giovanni, la Città Metropolitana di Reggio Calabria, le associazioni ambientaliste insieme a comitato No Ponte Capo Peloro, Invece del Ponte e Società dei Territorialisti, l'associazione Gruppo di Intervento Giuridico. Oltre questo, nero su bianco, nel fascicolo ministeriale si staglia un deserto tra le due sponde dello Stretto.

Sì o no al ponte, sostanzialmente il dibattito sulla grande opera dello Stretto in Calabria resta incagliato qui. E durante il consiglio aperto di Villa ad accomunare gli interventi è soltanto l'ondata emotiva nella solidarietà ai cittadini espropriandi. Ma le divisioni ideologiche, in teoria respinte da tutti (con in testa la sindaca di Villa San Giovanni), restano intatte. Marco Santoro, capogruppo di Forza Italia, ha nuovamente denunciato la mancanza di trasparenza nell'accesso alla documentazione richiesto dalla minoranza. "Avremmo voluto arrivare preparati e dare il nostro contributo per garantire al territorio le opportunità che potranno derivare da un'opera che porterà solo benefici al territorio. La realtà è che, se il Cipess approverà il progetto, noi non siamo pronti a massimizzare i vantaggi. E anche le criticità legate agli espropri forse sarebbero state minori se avessimo agito per tempo consentendo di modificare qualcosa in questo pensiero. A differenza della maggioranza di Villa San Giovanni - ha concluso - noi siamo favorevoli a un'opera che darà sviluppo e permetterà ai nostri figli di rimanere". 

Scoppia la polemica sulle parole con cui Santoro ha ridimensionato l'intubata di Cannitello, negando che sia un ecomostro. "E' una schifezza che deturpa Villa San Giovanni", ha ribattuto Enzo Musolino, segretario del circolo cittadino Pd; applausi e incitamenti per lui e altri partecipanti che evocano la bocca di cemento dell'incompiuta alle spalle del lungomare.   

Dieci osservazioni già depositate dalla città metropolitana, l'appello unitario di Versace

Dalla città metropolitana sono state argomentate dieci osservazioni negative (incompletezza degli atti e della loro disponibilità; raccordo ferroviario; opere a mare; rischio erosione e tutela costiera; analisi idrologico-idrauliche; indagini sulla fauna protetta; siti di deposito, scavi e rocce; compatibilità urbanistica) e il vicesindaco Carmelo Versace ha rivolto un appello unitario. "Ho qualche timore ad esprimermi perché so che potrò essere frainteso, ma di fronte a un'opera come il ponte sullo Stretto non si può essere ideologicamente pro o contro, non si può dire solo sì o no, in mezzo ci sono tante sfumature. Senza bisogno di andare a nord, a poca distanza da qui nella stessa Calabria in situazioni simili non esistono maggioranza e minoranza, si è coesi per portare a casa il risultato. Le divisioni - ha concluso - avranno l'unica conseguenza di far decidere tutto a Roma, e poi non potremo lamentarci".

Enzo Musolino è stato netto: "La fazione ideologica è quella del sì a un progetto che non esiste, portato avanti da una società decaduta e rediviva. Il no è espressione di noi persone inquiete, che abbiamo presentato un esposto in procura senza nessuna ipotesi di reato ma semplicemente illustrando i fatti e chiedendo al dottor Bombardieri di valutare se l'inquietudine è solo nostra o se davvero c'è qualcosa di strano nelle 68 raccomandazioni del comitato scientifico". Musolino si è rivolto al consiglio auspicando un'azione concreta: "Si può ancora fare qualcosa, ci sono 12 consiglieri contrari al progetto. Non arrendiamoci, non accettiamo passivamente". Sulla stessa lunghezza d'onda le richieste di molti altri convenuti per una decisa mozione contraria alla megaopera, votata all'unanimità.

Repaci: "Stiamo subendo una decisione che ci è estranea e dobbiamo ridurre i danni"

Il sindaco di Campo Calabro, Sandro Repaci, ha voluto toccare corde emozionali. "Questi sono giorni difficili per tutti, portiamo letteralmente una croce, ciascuno con diversi disagi. Ma crediamo in una morte sempre seguita dalla resurrezione e adesso dobbiamo puntare a questo: il compito di noi amministratori è avere la capacità di assicurarci che con quest'opera i danni siano limitati e ci siano più vantaggi possibili. Le nostre osservazioni sono minime rispetto a quelle di Villa ma ci accomuna la responsabilità. Quando si scaverà sotto terra non ci saranno Salvini o Cucci, saremo noi sindaci ad essere chiamati. E' importante essere uniti in questo momento in cui, al di là di ogni posizione sul ponte, stiamo subendo una decisione che ci è estranea e che aumenterà il rischio di disgregazione dei nostri territori".

Ha fatto riferimento alla situazione degli espropriandi il sindaco di San Roberto Nino Micari: "Non parlo ora da amministratore storicamente favorevole al ponte, ma come cittadino che vive a Villa San Giovanni da quarant'anni. Non posso non pensare alle persone a cui sarà demolita non solo una casa intesa come proprietà ma la sede dei propri affetti, gente perbene che perderà ciò che possiede di più prezioso"

Infiamma lo scontro poi l'intervento di Antonio Idone, ex vicepresidente di Fincalabra, che ha difeso a spada tratta il ponte invocando la supremazia della pubblica utilità sugli espropri. Rimpallando la questione al comune, ha commentato: "ll vincolo è stato posto nel 2012 e dopo la messa in liquidazione della società Stretto di Messina l'amministrazione ha avuto tanto tempo per far valere la decadenza e non lo ha fatto. Gli espropri riguardano beni di valore incalcolabile, non solo economico, ma non possono essere evitati. Quello che il comune può e deve fare è essere parte attiva negli interessi degli espropriandi nominando un tecnico per la quantificazione di indennizzi adeguati". 

I cittadini chiedono l'inserimento di un diritto di prelazione sui beni espropriati

La presenza dei cittadini nella sala è significativa ma minore delle aspettative. A parlare è anche qualcuno degli espropriandi, tra le loro istanze al consiglio c'è l'inserimento di un diritto di prelazione a favore degli ex proprietari nel caso di interruzione del cantiere. "In tanti abbiamo questa grande paura, che i lavori partano e poi si fermino, e che sui nostri beni poi si consumi una speculazione. Vorremmo essere tutelati da questo rischio". 

Giuseppe Marra, rappresentante di Usb ed esponente del movimento no ponte, ha citato le corpose osservazioni depositate dalla rete (che comprende Italia Nostra, Kyoto Club, Legambiente, Lipu, Wwf Italia). Questa la sua amara riflessione: "Con il ponte non vedremo più partire i nostri figli verso altre terre, questo è vero. Ma non partiranno loro soltanto perché ad andarcene saremo tutti. Quest'opera sarà devastante e per il nostro territorio non ci sarà più futuro ed è uno scenario non soltanto economico".

Caminiti: "Faremo nostre le ansie e le paure di tutta la comunità di Villa"

La sindaca Giusy Caminiti ha ricordato che le osservazioni sulla Via riguardano in questa fase il metodo dell'istruttoria, diversamente da quelle relative alla posizione che il Comune assumerà in conferenza di servizi. "Si è parlato di neutralità ma non è così, non ci sono buoni e cattivi ma il pensiero di una comunità matura e consapevole riguardo un'opera che cambierà radicalmente il nostro territorio. Nella sua etimologia la parola compromesso non è negativa e soprattutto questo è vero in un'azione politica che deve contemperare tutti gli interessi di una comunità. Credo che su un punto siamo tutti d'accordo, faremo nostre le ansie e le paure dell'intera cittadinanza di Villa San Giovanni". 

Nel 2013 la Via si arenò per dal passaggio nell'area dello Stretto di un piccolo volatile, l'albanella minore, di cui esistono soltanto 32 esemplari al mondo. Il possente ponte contro un ecosistema delicato e unico al mondo: a distanza di undici anni si consuma ora l'ultimo scontro, quello definitivo.

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