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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Retata contro la cosca Libri, il connubio politico, imprenditoriale e mafioso della città

Diciassette le persone arrestate. L'ascesa dei fratelli Berna e il sequestro preventivo di 15 società per un valore di diversi milioni. Le strategie elettorali del dentista Tortorella

Questa mattina dopo complesse ed articolate indagini condotte dalla polizia, sotto le direttive della Direzione distrettuale antimafia della Procura della Repubblica di Reggio Calabria, diretta dal procuratore Giovanni Bombardieri, con il coordinamento dei sostituti procuratori Stefano Musolino e Walter Ignazitto, gli investigatori della squadra mobile e del Servizio centrale operativo, con il supporto operativo del Reparto prevenzione crimine, hanno arrestato nell'ambito dell'operazione Libro Nero, 17 persone (12 custodia in carcere e 5 agli arresti domiciliari) indagati, a vario titolo, per associazione mafiosa, concorso esterno in associazione mafiosa, estorsione, turbata libertà degli incanti, porto illegale in luogo pubblico di arma comune da sparo, con l’aggravate dell’agevolazione mafiosa, tentata corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio.

I nomi degli arrestati

I particolari dell'inchiesta

L’indagine rappresenta il naturale prosieguo delle investigazioni condotte nell’ambito del procedimento penale, sfociato nell’operazione Theorema – Roccaforte, nel corso della quale il 31 luglio 2018 la Squadra mobile e il Ros dei Carabinieri eseguirono un’ordinanza di applicazione di misure cautelari nei confronti di 14 esponenti della cosca Libri e sottoposero a sequestro preventivo altre imprese e beni mobili riferibili alla predetta consorteria della ‘ndrangheta reggina.

Libro Nero conf-2L’operazione Libro Nero, ha consentito di individuare i ruoli di ulteriori soggetti di vertice, nonché di affiliati e concorrenti esterni al potente sodalizio reggino, pienamente inserito nella ‘ndrangheta attiva in città nei quartieri: Cannavò, Condera, Reggio Campi, Modena, Ciccarello, San Giorgio e nelle frazioni di Gallina, Mosorrofa, Vinco e Pavigliana. Le indagini investigative avrebbero accertato, ancora una volta, l’esistenza e la vitalità della cosca Libri, e della sua sub-articolazione Borghetto-Caridi-Zindayo, attraverso l’emergere di costanti e consolidati rapporti tra gli associati, della mutua assistenza fornita agli affiliati detenuti ed ai loro familiari, della consapevole compartecipazione alle condotte delittuose ed efficace ripartizione di compiti.

Nello specifico, spiegano dalla questura "l’inchiesta ha messo in luce il ruolo apicale ricoperto, in seno alla cosca, dal detenuto Antonino Caridi che, in base alle risultanze delle intercettazioni, aveva ereditato il ruolo di capo cosca direttamente dal defunto suocero Domenico Libri, detto don Mico, storico patriarca dell’omonima potente cosca reggina. Nonostante fosse sottoposto al carcere duro, ha continuato ad impartire direttive agli affiliati liberi, attraverso i colloqui con la moglie Rosa Libri, figlia di Domenico Libri) e con l’avvocato Giuseppe Putortì, suo difensore di fiducia. Il detenuto faceva giungere all’esterno le sue disposizioni anche attraverso missive, dal contenuto criptico e con allusioni religiose, che spediva a Saverio Pellicanò che le consegnava, a sua volta, a Rosa Libri. L’avvocato Giuseppe Putortì portava a destinazione le direttive impartite dal detenuto, incontrando personalmente alcuni esponenti della cosca, sia presso il proprio studio che in altri luoghi, dando peraltro loro utili indicazioni in merito, ad esempio, ad eventuali attività commerciali da acquistare al fine di accrescere il potere economico dell’organizzazione criminale".

E ancora "Giuseppe Libri, al pari del cognato Antonino Caridi, durante il periodo di detenzione, dal luglio 2007 a ottobre 2014, ha continuato ad impartire ordini dal carcere e a comunicare con altri componenti della cosca, attraverso missive spedite a Giuseppe  La Porta o avvalendosi dell’apporto di un agente della polizia enitenziaria infedele, non identificato. Dopo la scarcerazione, ha ripreso ad occuparsi degli affari del sodalizio. Saverio Pellicanò ha svolto il ruolo di factotum di Antonino Caaridi e di Rosa Libri, mettendo a disposizione del sodalizio criminale conti correnti postali a suo nome, gestendo conti correnti bancari intestati a ditte riferibili alla cosca, garantendo in generale la prosecuzione delle attività illecite del sodalizio e la cura dei suoi molteplici interessi illeciti. Gianpaolo Sarica, ha esercitato il potere criminale della consorteria sulle proprie aree di influenza, rapportandosi direttamente, quando non era detenuto, con Filippo Chirico, altro elemento di vertice della cosca Libri. Incontrava soggetti affiliati ai Libri e alle altre cosche e verificaval’andamento delle attività commerciali di interesse della compagine criminale. Per il ruolo svolto e la lealtà dimostrata alla famiglia, gli era stata affidata, direttamente dal Caridi e per conto dei Libri, lareggenza della cosca sul quartiere San Giorgio Extra".

Danneggiamenti nei quartieri

Principale collaboratore di Sarica è Antonio Zindato che oltre ad essere stato suo autista ed esecutore delle sue direttive, era preposto alla custodia delle armi ed all’esecuzione materiale di danneggiamenti nel quartiere di Reggio Calabria. A Sarica e a Zindato, oltre al reato di associazione mafiosa, sono contestati porto illegale in luogo pubblico di armi comuni da sparo e di estorsione aggravata, avendo costretto il titolare di un esercizio  commerciale di arredi a rinunciare al versamento del denaro dovuto, a titolo di prezzo, per i lavori di  realizzazione e montaggio di tende da sole e da interni presso l’abitazione dello stesso Sarica,  intimidendo l’esercente mediante l’esplosione di 8 colpi di pistola cal. 7.65 contro la serranda del  suo negozio.

L'ambasciatore e gli interessi politici

Giuseppe Serranò (detto “Peppi ri Ceddi”) affiliato alla cosca Libri, è stato più volte delegato da Filippo Chirico come suo “ambasciatore”, sicché era solito incontrarsi e   riunirsi con altri sodali; curava alcuni aspetti degli interessi imprenditoriali della cosca, intestandosi  perfino una ditta (la Innova Impianti di Serranò Giuseppe). L’inchiesta ha consentito di fare luce anche sui rilevanti interessi economici e politici della cosca Libri, svelando il ruolo di affermati imprenditori e noti soggetti politici locali e  regionali asserviti totalmente alle volontà della consorteria criminale come soggetti intranei o  concorrenti esterni.

Arrestati i capigruppo al consiglio regionale del Pd e di FdI

I favori all'imprenditoria

In particolare, sarebbe stato accertato come la cosca di ‘ndrangheta, in una sorta di proiezione aziendalistica che tende a reinvestire il frutto delle illecite attività, abbia favorito, nel corso del tempo, alcuni imprenditori che, prima facie, potevano sembrare avulsi da qualsiasi contesto mafioso, ma al quale di fatto ne sono risultati pienamente intranei. Questi, rispondendo alle logiche ed alle strategie di sviluppo imprenditoriale pianificate dai vertici della cosca e godendo dei finanziamenti occulti e di protezioni derivanti dalla stessa, hanno assunto posizioni di assoluto rilievo nei loro ambiti operativi. I fratelli Francesco e Demetrio Berna, diretta espressione della cosca Libri che, in quanto tali, da un lato hanno sempre goduto della protezione dei soggetti apicali della consorteria di ‘ndrangheta, riuscendo ad avviare e far crescere in modo esponenziale le proprie attività imprenditoriali, dall’altro l’hanno, a loro volta, finanziata.

L'ascesa dei fratelli Berna

Nel corso del tempo, i Berna hanno conquistato posizioni di assoluto rilievo nel panorama edilizio ed immobiliare di Reggio Calabria. Ad essi sono oggi riconducibili diverse imprese e società: la Berna Immobiliare S.r.l.; la Reghion Dream s.r.l.; la Berna Costruzioni Società a
responsabilità limitata la B&S S.r.l.; la Bioarch S.r.l.; la Bioedicom S.r.l. la Management 2000 di Demetrio Berna; la Berna Immobilare Agency Società a responsabilità limitata semplificata. Francesco Berna è, come detto, presidente, per la Calabria, per il triennio 2017 - 2020, dell’Associazione Nazionale Costruttori Edili. Il fratello, Demetrio ha anche un passato di politico presso il comune di Reggio Calabria. L’attività investigativa   effettuata sia a riscontro delle dichiarazioni di diversi collaboratori di giustizia (e di Enrico De Rosa in particolare), sia mediante servizi di intercettazione telefonica ed ambientale,  ha dimostrato come la cosca Libri, nell’ottica di un sempre maggiore ed efficace sviluppo dei propri interessi criminali, oltre ad essere perfettamente in grado di interferire nelle dinamiche economico/imprenditoriali locali, è stata allo stesso tempo capace di infiltrarsi in quelle politico/elettorali del territorio cittadino, gestendo un consistente bacino di voti, convogliandoli a favore di soggetti compiacenti, senza esclusione di schieramenti politici, nell’ambito di un rapporto sinallagmatico (vincolato ai patti stipulati e ai vantaggi promessi e/o accordati), destinato a favorire non solo la singola consorteria, ma il sistema ‘ndranghetistico nel suo complesso.

Le strategie del dentista Tortorella e le connessioni con il mondo politico

I Libri hanno saputo elaborare, tramite il medico odontoiatra Giuseppe Demetrio Tortorella, con un passato di consigliere e assessore all’urbanistica al comune di Reggio e Stefano Sartiano, raffinate strategie finalizzate a consentire l'elezione di  soggetti che potessero agire quali loro preposti negli organismi istituzionali. L’ascesa politica del consigliere regionale  Alessandro Nicolò è stata costantemente supportata, fin dagli inizi, dalla cosca Libri L’attività di indagine ha fornito importanti elementi sulla centralità del ruolo svolto, per conto della cosca, dal binomio Tortorella-Sartiano in occasione delle elezioni per il rinnovo del Consiglio regionale del novembre 2014. In  quella tornata elettorale, la consorteria ha convogliato parte del proprio cospicuo bacino di preferenze elettorali, in cambio di favori, verso Alessandro Nicolò, che venne eletto  consigliere regionale in quota Forza Italia, salvo poi transitare nel partito Fratelli d’Italia, di cui è l’attuale  coordinatore provinciale. Gli interessi criminali della diade Tortorella-Sartiano hanno riguardato anche ambiti di diverso orientamento politico.

L'importanza delle intercettazioni

Le intercettazioni hanno fatto emergere chiaramente come la  cosca Libri puntasse a coltivare accordi mafiosi a prescindere dal colore politico, appoggiando soggetti ingrado di gestire spazi di potere. Ed infatti, l’attività investigativa ha dimostrato come detta cosca, per infiltrare le istituzioni, abbia intessuto, nel tempo, analoghi rapporti di scambio elettorale politico mafioso anche l’avvocato Demetrio Naccari Carlizzi, esponente del Partito Democratico, indagato nella presente inchiesta per concorso esterno in associazione mafiosa.

E’ anche indagato nella presente inchiesta, per concorso in tentata corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio anche il politico reggino Sebastiano Romeo (agli arresti domiciliari), attuale capogruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale. Sono agli arresti domicialiari per il reato di tentata corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio sono, in concorso con Sebastiano Romeo, Francesco Romeo, maresciallo della guardia di finanza e Concetto Laganà, esponente del Partito Democratico di Melito Porto Salvo. L’attività di indagine ha consentito di accertare come Francesco Romeo abbia inteso avvicinare ed incontrare di persona il politico Sebastiano Romeo attraverso Concetto Laganà, con lo scopo di rivelare al suddetto consigliere  regionale notizie riservate su attività di indagine che lo riguardavano, in cambio di favori personali. Giuseppe Demetrio Tortorella e Stefano Sartiano devono, infine, rispondere di
alcuni episodi aggravati di estorsione e turbata libertà degli incanti, connesse all’acquisito di immobili alle aste giudiziarie relative a procedure che riguardavano gli stessi indagati.

Le intercettazioni del dentista Tortorella

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