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Cronaca Gioia Tauro

Sequestro da tre milioni a due imprenditori ritenuti contigui ai boss

La Guardia di finanza ha approfondito le indagini su soggetti emersi nell'operazione "Galassia" e ritenuti vicini alla cosca Piromalli

Tre milioni di euro, è questo il valore dei beni posti sotto sequestro dalla Guardia di finanza di Reggio Calabria nei confronti di due imprenditori indiziati di essere contigui alla ‘ndrangheta. I militari del comando provinciale, guidati dal colonnello Maurizio Cintura, e quelli del Servizio centrale investigazione criminalità organizzata, con il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia, diretta dal procuratore capo Giovanni Bombardieri, hanno dato esecuzione a un provvedimento di sequestro di beni, costituto da compendi aziendali, beni immobili e rapporti finanziari, per un valore complessivo di oltre 3 milioni di euro, nei confronti di Santo Furfaro di 55 anni e Rocco Alampi di 40 anni, imprenditori indiziati di contiguità allo storico casato di ‘ndrangheta territorialmente denominato “Cosca Piromalli”, egemone nella Piana di Gioia Tauro.

La figura criminale dei proposti emerge dalle attività di indagine esperite, nell’ambito del procedimento penale scaturito dall’operazione “Galassia”, dal Nucleo Pef - con l’ausilio dello Scico - a conclusione della quale erano stati arrestati 20 soggetti, tra i quali sia Santo Furfaro – proprio per i collegamenti economici con la “Cosca Piromalli” - sia Rocco Alampi, socio di Furfaro con ruolo organizzativo vicario.

In tale occasione erano state inoltre sequestrate 23 società estere, 15 imprese operanti sul territorio italiano, 33 siti web nazionali e internazionali, numerosi immobili, automezzi e conti correnti italiani ed esteri, nonché innumerevoli quote societarie e disponibilità finanziarie riconducibili ai predetti.

A tal riguardo, il Gruppo investigazione criminalità organizzata del Nucleo di polizia economico finanziaria di Reggio Calabria e lo Scico di Roma, eseguivano su delega della locale Dda - con il coordinamento del procuratore aggiunto Calogero Gaetano Paci e del sostituto Stefano Musolino - mirate indagini economico-patrimoniali sul conto, tra l’altro, degli odierni proposti e dei rispettivi nuclei familiari.

In tale contesto, valorizzando le funzioni proprie della Guardia di Finanza nella prevenzione e contrasto ad ogni forma di infiltrazione della criminalità nel tessuto economico del Paese, la pertinente attività investigativa ha consentito di accertare la sussistenza di una significativa sproporzione tra il profilo reddituale e quello patrimoniale dei proposti e dei rispettivi nuclei familiari.   

Alla luce di tali risultanze, in aderenza alle ipotesi investigative delle Fiamme gialle e della locale Dda, la sezione Misure di prevenzione del tribunale di Reggio Calabria - presieduta da Ornella Pastore - ha disposto nei confronti degli imprenditori in rassegna la misura cautelare del sequestro avente ad oggetto il relativo patrimonio illecitamente accumulato, costituito da 4 imprese commerciali comprensive dell’intero patrimonio aziendale, 10 fabbricati, 5 terreni, 2 autoveicoli, 1 motoveicolo, 9 polizze assicurative, nonché ulteriori disponibilità finanziarie, per un valore complessivo di oltre 3 milioni di euro.

L’attività di servizio in rassegna testimonia ancora una volta l’elevata attenzione mantenuta dalla Guardia di Finanza che, nel solco delle puntuali indicazioni dell’autorità giudiziaria, è costantemente rivolta al contrasto alla criminalità economica e organizzata attraverso l’intercettazione e la repressione di ogni forma di inquinamento dell’economia legale per salvaguardare gli operatori economici ed i cittadini.

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