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Domenica, 28 Aprile 2024
L'intervento

Comune, stabilizzazione a 36 ore degli Lsu-Lpu, DP: "Il lavoro è dignità"

I consiglieri comunali del gruppo Democratici e Progressisti: "In un periodo storico in cui il precariato mortifica lavoratori e lavoratrici, l’impiego di queste figure a 36 ore settimanali li equipara in tutto, anche economicamente, a un dipendente comunale"

"Apprendiamo con enorme soddisfazione la notizia della stabilizzazione di oltre 100 lavoratori Lsu-Lpu voluta dalla giunta comunale e dal sindaco Falcomatà. Il lavoro è, soprattutto, dignità e da anni ci battiamo fortemente su questo fronte ponendolo al centro dei nostri obiettivi programmatici e politici".

Così in una nota i consiglieri comunali del gruppo Democratici e Progressisti. "In un periodo storico in cui il precariato mortifica lavoratori e lavoratrici privandoli di ogni orizzonte di pianificazione certa del proprio futuro questa scelta restituisce serenità a più di un centinaio di famiglie; l’impiego di queste figure a 36 ore settimanali li equipara in tutto, anche economicamente, ad un dipendente comunale".

"Queste sono risposte concrete e fattive che la cittadinanza non può non conoscere, perché il Comune di Reggio si rivela in controtendenza positiva rispetto a tutti gli altri grossi Comuni calabresi e del Mezzogiorno, conquistandosi il titolo di “comune senza precari".

Mentre la minoranza continua puntualmente a distrarre l’opinione pubblica con argomentazioni inconsistenti, caratterizzate spesso da slogan ed attacchi gratuiti, e ad ingannarla con una narrazione incoerente e lontana da numeri e dati reali noi rispondiamo con atti che cancellano ogni dubbio.

Non ci interessa questo clima da campagna elettorale permanente per conquistarsi un like in più sui social, piuttosto ci piace sottolineare l'importanza di un risultato politico che va nella direzione auspicata dai Democratici e Progressisti, che da lungo tempo e con assoluta determinazione si sono sempre schierati dalla parte dei diritti dei lavoratori e per la stabilizzazione del precariato, portando avanti in sede consiliare e nelle commissioni competenti, un lavoro attento e meticoloso finalizzato a questo obiettivo.

Un risultato che peraltro era stato l'unico punto programmatico richiesto da Democratici e Progressisti già due anni fa dopo la sospensione del sindaco Falcomatà e l'insediamento del facente funzioni Brunetti".

"Su questo - proseguono i consiglieri DP - non avrà dubbi, soprattutto, chi oggi potrà tornare a casa più sereno e fiducioso per sé e per la propria famiglia. Dopo aver pagato i debiti del disastroso “modello Reggio” il nostro Comune torna quindi ad investire e programmare, partendo proprio dal Lavoro. Al riguardo si pensi anche ai nuovi assunti con i Concorsi al Comune, i primi dopo più di un ventennio".

"Le deduzioni della Corte dei Conti, ci permettono di guardare al futuro con maggiore ottimismo soprattutto per tutte le attività che ora avremo l’opportunità di porre in essere in modo serio e con lo sguardo sempre rivolto al bene di Reggio e dei reggini.

I cittadini potranno mettere alle spalle gli anni bui dei sacrifici che ci ha imposto la lunga e dolorosa fase del piano di riequilibrio e comprendere che l’impossibilità di garantire servizi essenziali, quella di non poter assumere personale o di non poter contrarre prestiti, ad esempio, hanno limitato il comune in ogni vera ed importante attività politico-amministrativa, ingessando il bilancio per rispettare le scadenze dovute. Abbiamo pagato debiti prodotti da altri e risanato le nostre finanze; ora vogliamo possa essere un segnale di una nuova primavera reggina, in cui la città possa riprendere fiducia in se stessa ed anche nei suoi amministratori".

"Noi faremo la nostra parte, senza arretrare di un passo, e non permetteremo a nessuno di riportarci indietro nell’incubo e nella vergogna di una città macchiata da uno scioglimento del Consiglio Comunale per contiguità mafiosa e nel buco nero finanziario che ha risucchiato economie e risorse essenziali alle famiglie reggine, con tributi al massimo delle aliquote ed annullamento di diritti e servizi essenziali. Ripartire dal lavoro guarisce questa ferita, non solo simbolicamente".

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