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Sabato, 27 Aprile 2024
La sentenza / Gioia Tauro

'Ndrangheta, la Corte d'appello assolve l'imprenditore Annunziata e libera i beni dal sequestro

La procura generale che aveva chiesto la conferma della condanna a 12 anni inferti in primo grado

La Corte d’appello di Reggio Calabria ha assolto l’imprenditore di Gioia Tauro Alfonso Annunziata dal reato di associazione mafiosa. La sentenza è stata emessa dopo la requisitoria della procura generale che aveva chiesto la conferma della condanna a 12 anni inferti in primo grado.

Come chiarisce una nota dello studio legale Armando e Clara Veneto, la sentenza è stata pronunciata dalla presidente Di Landro, "perché il fatto non sussiste ed ha rigettato l’appello del pmche chiedeva il ripristino della condanna a carico dei suoi familiari".

La Corte ha anche rigettato l’appello proposto dal Pm in merito alle posizioni dei familiari di Annunziata, tutti assolti in primo grado dal Tribunale di Palmi. Fioravante Annunziata, Domenica Epifanio, Rosa Anna Annunziata, Valeria Annunziata, Marzia Annunziata e Carmelo Ambesi, Claudio Pontoriero, Roberta Bravetti, Rosina Zinnà e Andrea Bravetti, sono stati tutti assolti perché il fatto non sussiste. 

Tutti i beni che erano stati sequestrati sono stati restituiti all’imputato, proprietario dei parchi commerciali di Gioia Tauro e Vibo Valentia che portano il suo nome.

L'imprenditore Alfonso Annunziata è stato difeso dal Vincenzo Maiello, professore ordinario di Diritto penale presso l’Università di Napoli e dallo studio Veneto, i parenti, sempre dallo studio Veneto e dall’avvocato Giuseppe Macino.

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